Per i funghi si paga l’ingresso

Per i funghi si paga l’ingresso

Marzia Fossati

Se la vostra sveglia è già strategicamente programmata per le 4 di domattina, se il rastrello è già in pole position accanto allo zaino, se il viaggio per festeggiare il decesso accidentale di vostra suocera per ingestione di funghi velenosi è già prenotato, ci duole comunicarvi che purtroppo dovrete desistere. Infatti, per questa stagione nella zona della Val d’Aveto si è decisamente imbroccata la linea dura sulla raccolta dei funghi nei boschi demaniali di Lame, Penna e Zatta. Misure decisamente «strong», resesi comunque necessarie per preservare l’equilibrio biologico della zona, anche e soprattutto per non correre il rischio di pregiudicare le successive stagioni. Tanto più che l’estate piovosa ha aumentato la quantità di funghi, attirando come gatti in pescheria un incredibile numero di appassionati raccoglitori galvanizzati dall’abbondanza. Addio risotto quindi? Ma non scherziamo!
Basterà munirsi di tesserino acquistabile presso la sede del Parco a Borzonasca e in vari esercizi della zona per poi scatenarsi come gnomi ingordi per i boschi dal martedì alla domenica e dall’alba al tramonto.

Per evitare le salate sanzioni si potranno cogliere solamente le specie commestibili per un massimo di 3 chili a persona, vietati rastrelli e affini e sacchetti in plastica. Usate cestini di vimini e rassegnatevi, una mangiata di funghi val bene la spesa per il tesserino.

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