I FURBETTI DEL BURLANDINO

Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato per filo e per segno di come l’Unione stia boicottando il Terzo Valico fra Genova, Milano e Torino. Dell’assenza dal programma di Prodi del collegamento che - offrendo opportunità di lavoro ai nostri ragazzi e moltiplicando il valore delle case nella nostra regione - è, letteralmente, il futuro di Genova e della Liguria.
Il Giornale ligure è stato l’unico organo di informazione locale, martedì, a dare questa notizia e ad approfondirla, nel silenzio del resto dei giornali e dei politici liguri. Hanno reagito i piemontesi, certo. Ma i liguri niente. Abbiamo cercato, spulciato, monitorato. Ma, nessuno, fino all’apparizione del Giornale nelle edicole, si era accorto della cosa. Il che, da un lato ci riempie di orgoglio e ci dimostra una volta di più che noi e voi siamo una risorsa e una forza per questa città e per questa regione. Dall’altro, ci porta a porci inquietanti interrogativi sullo stato dell’informazione a Genova.
Poi, dopo che hanno letto i nostri articoli, è scoppiato il finimondo. Da un lato, i segretari dell’Unione di Genova hanno peggiorato la situazione, spiegando che è proprio vero, che il Terzo Valico non è una delle loro priorità. E non parliamo delle parole del leader genovese di Rifondazione Bruno Pastorino, che fa il suo lavoro di oppositore duro e non ha mai taciuto i suoi dubbi sul Terzo Valico. E nemmeno delle perplessità di Verdi e cossuttiani.
Il problema sono i diessini, i «moderati», i «riformisti». Il leader cittadino della Quercia Alfonso Pittaluga ha liquidato l’opera che vale il futuro della Liguria con queste parole: «Bisognerà capire innanzi tutto cosa è stato fatto in questi cinque anni in tema di infrastrutture e quali sono le risorse finanziarie. Dovrà essere fatto uno studio del Paese, dovrà essere messa in atto di una politica di dialogo e di ascolto delle popolazioni che insistono sui territori interessati dalle opere e una mediazione con i corpi sociali».
A parte il fatto che uno che parla così, che dice «politica di ascolto» e «mediazione con i corpi sociali» mi fa un po’ paura a prescindere, visto che Nanni Moretti mi ha insegnato a diffidare da chi parla male. Ma, anche dandogli per buoni tutti i sociologismi dialettici di cui si veste, è chiaro che le parole di Pittaluga non sono il miglior viatico per il Terzo Valico. E, quindi, suonano ancor più patetici i tentativi del presidente della Regione Claudio Burlando e del suo assessore ai Trasporti Luigi Merlo di dire che è tutta colpa del governo che non l’ha ancora approvato definitivamente al Cipe e che «il Terzo Valico non è stato inserito nel programma dell’Unione perchè si dava per fatto».

Ecco, questo è un modo di ragionare da furbetti. Che non fa onore all’onestà intellettuale che abbiamo sempre riconosciuto a Claudio Burlando, nè alla sua intelligenza.
Giudichino i lettori come si possa votare per questa gente.

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