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I furbetti vanno allo stadio

Q ui si parla di uno sciopero mancato. Qui si piange perchè un bello scandalo allo stadio - con lo squadrone schierato al completo (essendo l’Inter, al completo significa con undici stranieri) e il presidente avversario che manda in campo la primavera - sarebbe un feuilleton sportivo, vera manna per le redazioni dei giornali ormai a caccia di tutto pur di eludere la banalità della partita. Qui si rinfoderano gli aggettivi feroci contro i padroni cattivi del calcio, che affamano Diego Della Valle (gran visir del polo del lusso), Riccardo Garrone (petroliere da generazioni) e Maurizio Zamparini (supermercato vivente di idee e di molte altre cose). Si rinfoderano e si archiviano, perchè stasera, ore 20.30, stadio di San Siro, la rivoluzione non si farà. N’aura pas lieu, direbbe Jean Giroudoux buonanima sul palcoscenico.
Così la minaccia di mandare in campo le squadre minori o di disertare la partita non è stata attuata. Così, il nobile rischio di finire nei guai anche davanti alla giustizia ordinaria (annunciare di far giocare la squadra primavera significa rendere irregolare la schedina, esistono gli estremi della turbativa di mercato) viene neutralizzato. Che delusione.
Non vogliamo entrare nel merito della faccenda dei diritti Tv, lo abbiamo già fatto e il nostro esasperato senso della meritocrazia ci impedisce di pensare a un kolkoz in cui milionari travestiti da clochard si scambiano cavolfiori, bottiglioni di vino e qualche milione di euro di mutualità. Ma un consiglio ai ribelli vorremmo darlo: se non siete capaci di tener fede alle vostre idee, se le reputate così insignificanti da non riuscire a sorreggerle con i fatti, almeno state zitti.
Maurizio Zamparini, dopo aver strillato in diretta Tv il suo disprezzo verso un certo numero di suoi colleghi, stasera manda in campo il Palermo vero. E lo sciopero? E quel fremito libertario che a distanza di una settimana sembra rigor mortis? La risposta è così candida da sembrare pornografica: «Non credo che lo faremo mai perchè il calcio è dei tifosi». Già. E stasera, dentro il teatrino del campionato, ci saranno di nuovo tutti: gli ipocriti con gli ipocriti, i furbetti con i furbetti.

E gli ingenui, speriamo, accompagnati dalla mamma.

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