I garanti della Privacy di 10 Paesi contro Google Buzz

Il Garante italiano e altre autorità di protezione dei dati di dieci Paesi, in rappresentanza di oltre 375 milioni di persone, hanno chiesto a Google e ad altre multinazionali un rigoroso rispetto delle leggi sulla privacy in vigore nei Paesi in cui immettono nuovi prodotti online. Nella lettera firmata dai presidenti delle autorità di protezione dati si esprime profonda preoccupazione per il modo in cui Google affronta le questioni legate alla privacy, in particolare per quanto riguarda il recente lancio, il 9 febbraio scorso, del social network, Google Buzz. Le Authority hanno sottolineato che i problemi di privacy legati al lancio di Google Buzz, che ha ricevuto migliaia di mail di protesta da parte degli utenti, avrebbero dovuto essere «immediatamente evidenti» alla stessa azienda. Cosa è accaduto? Grazie a Google Buzz, Google Mail (ossia Gmail), il servizio di posta elettronica creato dal motore di ricerca, è stato improvvisamente trasformato in social network. Google infatti ha pensato bene di assegnare ad ogni utente di Google Buzz una rete di «amici» (followers) ricavati dalle persone con cui l’utente risultava comunicare più spesso attraverso Gmail. Ovvio dunque che tra il gruppo di «amici» abbia potuto figurare anche qualche «estraneo». Da qui le proteste anche perché Google non ha informato adeguatamente gli interessati di quanto si stava facendo e non ha neppure specificato le caratteristiche del nuovo servizio, impedendo in questo modo agli utenti di esprimere un consenso preventivo.
E dunque, secondo le Authority, in questo modo è stato violato un principio fondamentale e riconosciuto a livello mondiale in materia di privacy. E cioè che spetta alle persone controllare l’uso dei propri dati personali.
Le autorità riconoscono che Google non è l’unica società ad avere introdotto servizi online senza prevedere tutele adeguate per gli utenti. Tuttavia, sollecitano Google a dare l’esempio, «in quanto leader nel mondo online», incorporando meccanismi a garanzia della privacy direttamente in fase di progettazione di nuovi servizi in rete.


Google dal canto suo ha risposto di riservare «grande attenzione ai dati che raccoglie e nel loro trattamento. Allo stesso tempo dedichiamo grandi risorse allo sviluppo di strumenti efficaci per offrire agli utenti il controllo sulle loro informazioni personali».

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