I giovani vogliono la «movida sicura»

RomaDal rione Monti a Ponte Milvio, passando per Trastevere e Campo de’ Fiori. La movida romana ha i suoi «luoghi deputati». Non è, tuttavia, un’attrazione di cui andare fieri. La violenza notturna è spesso il tragico epilogo di serate iniziate nel nome del divertimento e finite nel segno del pentimento. «Basta un attimo per rovinarsi la vita; meglio riflettere» questo uno dei tanti consigli che i titolari di locali notturni, bar e discoteche della capitale, erano soliti ripetere a fior di labbra ma che da ieri sono divenuti gli slogan strillati di una campagna di sensibilizzazione. La chiamano «Movida sicura». E, a differenza di tante pubblicità progresso, parte dal basso. Dai locali che si affacciano sul Tevere e tra i vicoli del rione Parione, piuttosto che dalle austere stanze di un ministero. E sono gli stessi ragazzi ad averla ideata e ad aver coinvolto in questa iniziativa anche personaggi del calibro di Fiorello.
Di idee per consegnare alla capitale (ma il discorso vale per tutte le città) una vita notturna votata esclusivamente al divertimento e al rispetto questi ragazzi (pierre, dj, e gestori di locali) ne hanno tante. A cominciare dalla richiesta semplice di far diventare Roma una vera capitale europea con la metropolitana in funzione tutta la notte, almeno durante il fine settimana. Per passare poi ad autorizzare gli addetti alla sicurezza a richiedere i documenti d’identità a quei ragazzi che si mostrano particolarmente scalmanati all’interno e nelle immediate vicinanze dei locali. Fino alla installazione di telecamere all’interno di ogni locale aperto di notte. Le idee sono tante. Ma bisogna fare in fretta, spiegano. Perché non avvengano più incidenti come quello che ha avuto per protagonista-vittima Alberto Bonanni. Il giovane romano in coma dal 25 giugno scorso quando è rimasto vittima di un pestaggio nella centralissima via dei Serpenti, una delle più affollate quinte della Roma notturna. Da allora sono in molti a chiedere un cambio di passo nella gestione della vita notturna capitolina. Per l’occasione è stato anche arruolato Fiorello che si è prestato per una video-ramanzina rivolta ai «pischelli». «Nun dovete litiga’ usate la notte per balla’ e divertirvi!» Questo il monito dello showman, rivolto soprattutto ai ragazzi compresi tra i 18 e i 28 anni. Quelli, insomma, più a rischio bullismo secondo le statistiche. E magari «poco educati», come aggiunge l’attore Marco Falaguasta, anch’egli chiamato come testimonial della campagna di sensibilizzazione. La famiglia è chiamata in causa anche dal sottosegretario Daniela Santanchè. «Più che il disimpegno delle istituzioni - spiega la parlamentare - è quello delle famiglie ad avere maggiori responsabilità. A forza di dire sì ai figli si finisce per deresponsabilizzare se stessi e, cosa ancor più grave, i giovani». I promotori dell’iniziativa avanzano anche la proposta di un assessorato alla vita notturna. Già presente, per altro, nelle grandi capitali europee. Perplessi alcuni amministratori capitolini cui è stata lanciata la proposta.

«Meglio una delega» risponde Fabrizio Panecaldo del Pd. «L’unica cosa che queste nuove generazioni capiscono - conclude la Santanchè - è la sanzione. Forse dovremmo rendere le norme più rigide e severe. E sperare che anche a casa i genitori facciano la loro parte».

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