Le mani della ndrangheta sulla politica. Le infiltrazioni mafiose. Le campagne elettorali inquinate. A 15 mesi dallarresto dellex direttore sanitario dellAsl di Pavia Carlo Chiriaco e dallavviso di garanzia che raggiunse lallora assessore al Commercio Pietro Trivi, il processo che li vedeva imputati con laccusa di aver comprato voti per le elezioni comunali del 2009 e di aver favorito le cosche si chiude con una doppia assoluzione «perché il fatto non sussiste».
In altre parole, per il collegio dei giudici del tribunale di Pavia - che mercoledì hanno pronunciato la sentenza - non risulta provato nessuno degli elementi contestati dalla Procura (rappresentata in aula dal pm Paolo Storari, a sostituire la collega Alessandra Dolci), né ci sono gli elementi oggettivi del reato. Inutile lultimo tentativo della Procura di far acquisire una memoria con allegate tutte le intercettazioni relative agli imputati trascritte dai periti. Il tribunale, dichiarato chiuso il dibattimento, ha consederato la richiesta fuori tempo massimo. E così è arrivata una sentenza di primo grado che ha ribaltato mesi di indagini. «Finisce un periodo che voglio solo dienticare - ha detto Trivi fuori dal tribunale -. Ho accettato il processo con la coscienza a posto, nella convinzione che prima o poi sarebbe emersa la verità».
Anche il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo ha dato la propria solidarietà al suo ex assessore. «Ora - ha dichiarato al quotidiano La provincia pavese - qualcuno dovrà chiedere scusa». «Noi - ha insistito Cattaneo - sapevamo che lesito sarebbe stato questo, ma alcuni hanno voluto far credere il contrario». Quanto allipotesi di far rientrare Trivi in giunta, Cattaneo prende tempo.
I giudici di Pavia «Con le cosche non cè stato voto di scambio»
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