Affari di famiglie. Anzi, di famiglie allargate: mogli, cognati, figli, amici e parenti vari. I tre moschettieri Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata, fedelissimi del presidente della Camera Gianfranco Fini, il D’Artagnan della situazione, grandi moralizzatori della vita politica che hanno combattuto la crociata separatista del Fli «non sembrano immuni dal morbo familistico». Come scrive Panorama nel numero in edicola oggi, «negli ultimi anni milioni di euro pubblici sono andati a società amministrate o partecipate da parenti dei tre finiani». In Sicilia ci sono le società che fanno capo alla famiglia Granata e quelle del clan Briguglio. A Napoli invece c’è la ragnatela di Bocchino e consorte.
Ricerca e innovazione, corsi di formazione, sport e eventi sono i campi di azione della galassia di Granata. Dal 2001 al 2006 lui è assessore regionale ai Beni culturali e poi al Turismo. Così, tra il 2005 e il 2006, la Lucas Engine di cui è amministratore Luigi Martines, sposato con Sabrina Cortese, sorella di Paola, moglie di Granata, percepisce la bellezza di 423.450 euro per attività di «promozione e sostegno al sistema regionale per la ricerca e l’innovazione». Interpellato da Panorama Granata dichiara di non aver «mai dato direttamente contributi a mio cognato, al limite lo hanno fatto altri assessorati». Ma la Lucas Engine che privilegia il settore energetico, ottiene casualmente denaro pubblico (24mila euro) anche per un progetto di studio su bizantini, normanni e svevi in Sicilia proprio durante il suo mandato. Quando Granata torna a Siracusa come vicesindaco, il palazzo a cinque piani che ospita la ragioneria comunale acquistato dalla solita Lucas Engine viene affittato allo stesso comune con contratti prima di sei poi di 10 anni, con una procedura che «ricorda alla lontana quella del cognato per eccellenza: Giancarlo Tulliani». Si resta sempre a Siracusa ma si cambia campo d’intervento con i 351mila euro assegnati in dieci anni da Regione, Provincia e Comune al club sportivo Match Ball (nove campi da tennis e due piscine), a cento metri dal Teatro Greco di Siracusa, di proprietà della moglie di Granata. Con la Cuiform i fondi (non ancora definiti) arrivano invece per un progetto sulla formazione.
Ma la formazione è il terreno d’azione privilegiato dell’altro campione del futurismo, Carmelo Briguglio, messinese che, insieme a Granata, vara il Cufti (Consorzio universitario per la formazione turistica internazionale), ente pubblico con le quote distribuite a metà tra l’Azienda del turismo di Taormina (area Briguglio) e quella di Siracusa (Granata). Ma anche qui c’è di mezzo una donna. È Crocifissa Maltese, detta Fina, che ha sposato Briguglio in seconde nozze. È lei il dominus del Consorzio, nel quale, distribuiti nei vari organismi, si trovano amici d’infanzia e cognati vari fino a un totale di cinque parenti dell’inflessibile onorevole. Morale, scrive Panorama «dal 2002 a oggi il Cufti, o l’“Ente Briguglio” come l’hanno malevolmente ribattezzato nel Messinese, ha ricevuto dalla regione quasi 16,6 milioni di euro».
Per scavare nell’«impero di carta di Bocchino», invece bisogna spostarsi a Napoli, dove il braccio destro di Fini sfoga la sua «passionaccia per l’editoria». E dove si pubblica il Roma, quotidiano da 4.
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