Mogadiscio I ribelli islamici di Al Shabab hanno cercato di attaccare il palazzo presidenziale a Mogadiscio ma sono stati respinti dallesercito. Gli insorti, autori dellattacco di martedì allhotel Muna a Mogadiscio dove risiedono abitualmente i deputati al Parlamento in cui sono state uccise 33 persone, hanno attaccato postazioni delle truppe governative vicino Villa Somalia, ma sono stati respinti dalla forza di pace dellAmisom, guidata dallUnione Africana, che ha utilizzato carri armati.
Nonostante levidenza del significato grave di un attacco diretto al cuore del traballante potere legittimo, la dirigenza politica della Somalia usa toni molto rassicuranti. «Stiamo vincendo questa guerra», assicura il ministro dellInformazione Abdirahman Yariisow, che afferma che agli insorti sono state inflitte «gravi perdite», nellordine di alcune decine di unità.«Lattacco suicida di ieri (quello allHotel Muna, ndr) era una sorta di rappresaglia per i miliziani che abbiamo ucciso o arrestato», ha aggiunto il ministro.
Secondo testimoni, le raffiche di armi automatiche e le esplosioni sono iniziate prima dellalba e sono proseguiti per buona parte della mattinata nel centro della capitale, dove sorge Villa Somalia, il palazzo del presidente, capo del fragile governo di transizione. Almeno sei civili sono rimasti uccisi da colpi di mortaio caduti sulle abitazioni, mentre il servizio ambulanze di Mogadiscio parla di almeno 18 civili feriti ricoverati.
Gli Shabab hanno posto sotto il loro controllo gran parte del centro e del sud della Somalia e regolarmente lanciano attacchi contro Mogadiscio.
Da Castelgandolfo il Papa ha lanciato un appello a ristabilire in Somalia «il rispetto della vita e dei diritti umani».
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