I libri antichi in Borsa: stampe di pregio e rarità

Copie e chicche per gli appassionati dalle introvabili edizioni di Manuzio a testi letterari in tirature irreperibili

I libri antichi in Borsa: stampe di pregio e rarità

C'è un confine oltre il quale l'oggetto-libro esce dalla dimensione quotidiana del consumo per entrare nei territori insondabili del desiderio. A volte non è facile definirlo con chiarezza, ma sempre più milanesi stanno imparando a riconoscerlo e il merito è anche della mostra internazionale Libri Antichi e di pregio, quest'anno alla terza edizione, da venerdì a domenica a Palazzo Mezzanotte. Organizzata da Alai- Associazione Librai Antiquari d'Italia, permette agli appassionati - e sono tantissimi, di tutte le età - di toccare con mano e, potendoselo permettere, portarsi a casa pezzi d'arte provenienti da torchi d'epoca.

Per l'apertura, stasera alle 17.30, è atteso Umberto Eco, bibliofilo tanto accanito da procurarsi, anni fa, una fastidiosa tendinite proprio mentre sistemava la sua sterminata biblioteca. Lo raccontò lui stesso a un amico libraio, ma i precedenti sono illustri: non fu forse un Francesco Petrarca sempre affamato di libri che, in circostanze analoghe, rimproverò a un volume di Cicerone di averlo azzoppato cadendogli addosso? Aneddotica a parte, spazio ai libri, veri protagonisti della mostra. E qui c'è da viaggiare nei secoli. Al 1492 risale la prima edizione in latino delle opere di Plotino, stampata a Firenze, mentre a Milano, sette anni più tardi, vedeva la luce il celebre lessico bizantino Suda curato da Demetrio Calcondila, capolavoro di tecnica tipografica. Non sono da meno le Vite dei Dodici Cesari di Svetonio nell'edizione veneziana del 1490 e l' Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis (Firenze 1494).

Per chi ama la poesia del Novecento, ecco l'edizione originale dei Canti Orfici di Dino Campana e la ricercatissima prima de Il porto sepolto di Ungaretti (1916, appena 80 esemplari numerati). Non mancano trattati scientifici, scritti filosofici, politici, economici, libri di viaggio, rarità dantesche, incisioni come quelle dedicate al Campo Marzio dal Piranesi. Da non perdere, a cura di Bibliopathos, una mostra nella mostra per celebrare i 500 anni dalla scomparsa, nel febbraio 1515, di Aldo Manuzio, pioniere della moderna tipografia e inventore dei formati «tascabili». Le sue edizioni, che coprono un arco di 20 anni, sono il sacro Graal dei bibliofili, che arrivano a pagarle come appartamenti di lusso: un Aristotele completo, stampato in 5 tomi a fine Quattrocento, difficilmente scende sotto il milione. Deliziosi anche i «petrarchini». C'è poi tanta Milano, dalle Memorie del Giulini sui «secoli bassi» alla prima edizione della Peste del Ripamonti, importante fonte manzoniana.

A proposito, una vera chicca è la rara edizione Ferrario dei Promessi Sposi : la data, 1825, proverebbe che Manzoni sperava di ultimare la stampa dell'opera ben prima di quel «ventisette» a cui è legata la prima versione del romanzo. Quest'anno, inoltre, l'Alai sostiene il progetto Unesco per la lotta contro l'analfabetismo ospitando una «libreria simbolica» per avviare la raccolta fondi.

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