Roma - I magistrati, almeno per ora, non scelgono la via dello sciopero contro il ddl di riforma dell’ordinamento giudiziario, approvato qualche ora fa dalla commissione giustizia del Senato e che da domani passerà all’esame dell’aula. Un testo sul quale comunque il "parlamentino" dell’Anm esprime una "valutazione fortemente critica", giudicandolo in diversi passaggi "inaccettabile": proprio per segnare il "dissenso" e in segno di protesta si dimette la giunta del sindacato delle toghe. Ma un’eventuale astensione dalle udienze dei magistrati non tramonta: la decisione è rinviata di una settimana, a martedì prossimo, quando il comitato direttivo centrale dell’Anm tornerà a riunirsi per valutare l’evolversi del cammino parlamentare del ddl Mastella.
Il timore è che al Senato possano essere introdotti elementi "ulteriormente peggiorativi" e in quel caso proclamare lo sciopero potrebbe diventare inevitabile. Ma la soluzione trovata oggi, dopo oltre 4 ore di dibattito al sesto piano del palazzaccio di piazza Cavour, ha di fatto spaccato il sindacato delle toghe. I più intransigenti sono stati i rappresentanti di magistratura indipendente i quali hanno presentato una mozione che chiedeva l’immediata proclamazione dello sciopero per il 16 luglio. Documento che è stato però respinto. Ma l’esigenza di ricorrere alla protesta estrema è stata segnalata anche dai colleghi del movimento per la giustizia e di articolo 3.
Uno schieramento che alla fine non è riuscito ad avere la meglio su quello di maggioranza composto dai gruppi di unicost e magistratura democratica che, seppure con sfumature diverse, erano convinti che proclamare oggi l’astensione dalle udienze avrebbe comportato problemi organizzativi visto il periodo, oltre a rivelarsi per alcuni versi anche controproducente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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