I magistrati tornano in guerra per le vacanze

Continuano le pressioni sul Csm affinché annulli il taglio delle ferie

I magistrati tornano in guerra per le vacanze

Roma Pensavate che il nodo del taglio da 45 a 30 giorni di vacanza per i magistrati fosse stato sciolto, dopo il pasticcio del governo? Macché, in tutt'Italia i dirigenti degli uffici non sanno che pesci pigliare e tengono i piani ferie bloccati sulla scrivania. Attendono che si pronunci il Csm, il quale per darsi tempo ha prorogato il termine per la presentazione dai primi di marzo ai primi di maggio.

Il decreto del ministro Andrea Orlando del 22 gennaio, ritengono a Palazzo de' Marescialli, non risolve la questione della doppia lettura possibile della legge (taglio solo per i fuori ruolo oppure per tutti?) e fissa solo i 30 giorni di chiusura feriale degli uffici, dal 27 luglio al 2 settembre, indipendentemente dai giorni di vacanza personali che toccano ad ogni toga. Mentre nelle mailing list delle varie correnti si raccolgono le firme per il ricorso collettivo che deve portare la legge alla Consulta, con l'accusa di incostituzionalità, si attende al più presto una parola chiara e definitiva.

Pochi giorni fa Luca Forteleoni, togato di Magistratura indipendente, ha sollecitato in plenum un intervento urgente di Palazzo de' Marescialli e il vicepresidente Antonio Legnini ha concordato. Domani dovrebbe essere il giorno della verità, ma per prepararlo c'è stata ieri una riunione informale di laici e togati per cercare una via d'uscita, nell'interpretazione della legge che ha creato per le ferie un nuovo articolo 8 bis, senza cancellare il precedente articolo 8 e così ha lasciato aperte più strade.

Naturalmente, le toghe cercano di sfruttare ogni pertugio per loro vantaggioso e il governo, che aveva annunciato una correzione dell'errore se necessario, pensa ad altro. Tanta sciatteria legislativa appare sospetta, anche perché durante l'iter legislativo è stato presentato un emendamento proprio per la soppressione dell'articolo originario sul periodo feriale e, dopo ampia discussione, è stato bocciato. E quindi, ci si chiede, qual è la volontà del legislatore?

Ora serve un'interpretazione autentica delle norme, una parola chiara e definitiva del Csm per risolvere la questione organizzativa degli uffici.

L'assemblea di domani, se tutto non slitterà alla prossima settimana, dovrà scegliere tra due linee emerse nelle commmissioni competenti: quella più dura della VIIa, che con 5 voti a 1 propone di mantenere i 45 giorni di ferie per il magistrati in servizio e di fissare a 30 quelli per i distaccati in ministeri e altri organismi e quella più soft, della IVa commissione che, invece, prospetta un taglio a 30 giorni per tutti, ma con misure compensative per le toghe in servizio: sospensione delle udienze 15 giorni prima del periodo feriale, in modo da non dover scrivere in vacanza le sentenze da consegnare al rientro.

«Le ferie devono essere effettive», sottolineano con forza i magistrati, facendo pressione sul Csm perché li tuteli.

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