Fra i manager delle Asl laziali si salverà chi ha tagliato di più

La riconferma sarà legata più ai risparmi che all’efficienza dei servizi erogati e alla riduzione delle liste d’attesa secondo le norme in vigore

I manager sanitari di Asl e ospedali, di qui a poco, saranno messi sotto esame dalla giunta regionale per la valutazione delle rispettive performance gestionali per essere poi confermati o liquidati. Infatti sono scaduti i 18 mesi canonici entro i quali l’amministrazione è tenuta a verificare i risultati aziendali raggiunti, sentire il parere del sindaco per ogni competenza territoriale e infine, emettere il verdetto definitivo.
Però già si sa che verranno confermati quei direttori generali che hanno attivato le opportune - ma anche inopportune - misure di razionalizzazione della spesa sanitaria. Altro che efficienza e funzionalità dei servizi assistenziali, i criteri di giudizio saranno controllati come, dove e soprattutto quanto sono stati tagliati gli impegni di spesa del 2005 e del 2006. Mentre la valutazione finale, in capo all’assessore alla Sanità Augusto Battaglia verrà fatta sulla base di schede compilate dagli stessi general manager anche rispetto ai progetti messi in cantiere. In definitiva però basta una sbirciata alla tabella riepilogativa redatta proprio dall’assessorato regionale alla Sanità per confermare che alla giunta di Piero Marrazzo interessa più l’aspetto economico dei provvedimenti licenziati dai singoli direttori che la qualità di prestazioni elargite ai cittadini. È esplicito infatti che il punteggio più alto lo conquisterà chi avrà convalidato una politica di razionalizzazione sulla spesa dei farmaci oncologici, una riduzione del monte ore lavorativo o delle unità di personale, la rideterminazione delle dotazioni organiche e la completa ridefinizione triennale del fabbisogno di personale. Già, ma non poteva essere che così vista anche l’inderogabile deriva di posti di lavoro che andrà a produrre il taglio dei posti letto ospedalieri e il giro di vite ai tempi di degenza consigliati dallo stesso assessore alla Sanità.
In questo quadro tutto di rigore è difficile da mandare giù che è proprio l’assessore a non farsi mancare, a fronte del taglio dei servizi, l’aumento di poltrone e l’inevitabile dispendio di nuove risorse. Perché? Tra i requisiti di valutazione dei direttori si rimarca l’istituzione della figura del risk manager al fine di garantire la sicurezza della pratica medica. È anomalo che si assista alla nomina di un altro soprintendente quando nelle more del piano di rientro del deficit regionale viene sancito di tagliare un 20 per cento di primariati, ma tant’è. Ecco infatti che le incongruenze non sono ancora finite come l’aiutino che la giunta regionale dà ai suoi manager.
Buona parte dei test di verifica saranno auto-valutati perché le schede saranno auto-compilate proprio da chi è messo sotto esame. Un aiutino niente male ma, non è l’ultimo.

Infatti se il requisito principe che un direttore generale di un’Asl deve avere è il rispetto dei tempi d’attesa per le prestazioni assistenziali, per i manager laziali c’è sempre un’eccezione: la giunta Marrazzo chiede il rispetto dei tempi massimi di attesa almeno in una delle strutture di un determinato distretto sanitario dell’Asl per ogni Asl esaminata. Pubblica o convenzionata non ha importanza.

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