Santa Maria Capua Vetere - Ecco i verbali dell'inchiesta sul ministro Clemente Mastella e su sua moglie, Alessandra Lonardo, presidente del consiglio regionale campano. Quasi 400 pagine al vetriolo per descrivere una sorta di lobby politico-affaristica capeggiata dal Guardasigilli. Le contestazioni si aprono col ministro-segretario del Campanile che avrebbe brigato per assicurare alla commissione Area sviluppo industriale (Asi) di Benevento una persona designata proprio da lui. Ovviamente insieme ai suoi uomini dell'Udeur campano. Scrivono i pm: "Ciò facendo al fine di compensare la mancata attribuzione al suo gruppo politico della presidenza dello Iacp di Benevento (carica ritenuta a lui dovuta ma assegnata dalla maggioranza politica della Regione Campania al partito dei Ds, nella persona di Umberto Del Basso De Caro) con l'accaparramento di altro ente pubblico di altra “postazione” da lui indicata nell'ambito della sanità e dei trasporti".
Campagna di stampa Così Clemente Mastella «decideva di iniziare una strategia di pressione politica e amministrativa sul governatore della Campania, Antonio Bassolino (da qui l'accusa di concussione al governatore, ndr), sia fornendo precise direttive al Camilleri, suo consuocero, nonché agli assessori Nocera e Abbamonte» affinché minacciassero il venir meno della maggioranza politica regionale, «attraverso una campagna di stampa nella quale il Mastella strumentalmente attaccava il governatore in relazione alla gestione dei rifiuti, così da indurre a far designare nella carica di commissario all'Asi di Benevento una persona diretta ed esclusiva indicazione del Mastella, Luigi Abbate, nominata previo strumentale commissariamento del predetto ente, in tal modo peraltro assicurandosi il controllo sulle scelte ed attività dell'ente indicato».
Il 22 novembre 2006 De Caro si lamenta al telefono con Carlo Camilleri perché la sua nomina, in Regione, viene sempre bloccata per l'ostruzionismo dell'Udeur. De Caro: «Ma io non sono contro Mastella e la sua signora, quando hanno bisogno non devono fare altro che chiamarmi, e di dire “guarda ho bisogno di questa cosa”, ci mancherebbe, e io mi metto a disposizione. Contano i fatti, penso di essere più efficiente di tanti suoi iscritti». Mastella non molla, vuole la sua testa. Camilleri il 10 giugno telefona a Nocera: «Questo (Mastella, ndr) sta come un pazzo, domani è fatto sto provvedimento o no? Mastella vuole che gli spariamo contro, dice che è una settimana di sbalzo».
Nocera: «Lui può fare quello che vuole perché lui è il padrone, ma a me rompe i coglioni, non posso fare più di quello che ho fatto. Per me la partita è chiusa». Camilleri a Nocera, l'11 dicembre 2006: «Ecco i nomi che sono emersi dalla riunione per la carica all'Asi, allora al primo posto Lucio Lonardo, eventualmente in alternativa Luigi Abate». Nocera: «Sicuro? Lucio Lonardo è uno della famiglia, Carlo!». Camilleri: «Non gliene fotte un cazzo che è parente della moglie, perché, lui dice, è anche cugino diretto di Erminia Mazzoni. Cugino diretto! Ha posto lui (Mastella) il problema a me, e mi dice: “Se qualcuno dice che è mio parente, rispondi che non è parente solo mio ma che è anche parente della Mazzoni, segretario dell'Udc”». Nocera: «Ma quello ci prende a calci in culo, Bassolino, sopra Lucio Lonardo», oncologo beneventano cugino della signora Mastella, a cui però alla fine verrà preferito Abbate.
Manovre in corsia Sempre Mastella, si legge nel provvedimento di custodia cautelare, «in concorso con altri e con la moglie Alessandra Lonardo, presidente del consiglio regionale, ponevano in essere atti idonei a contrastare il direttore generale dell'ospedale San Sebastiano di Caserta, dottor Annunziata, attraverso una interpellanza regionale sottoscritta da numerosi consiglieri regionali in quota Udeur, strumentalmente diretta alla verifica dell'idoneità al ruolo del Dg, nonché a una generale condizione di isolamento politico del direttore generale attestata dall'espressione della Lonardo secondo cui l'Annunziata era da considerarsi per lei, per il marito, “un uomo morto”. Va evidenziata altresì la pretesa dell'indagata Lonardo di fare assegnare due posti a persone da lei indicate. Anche in questo caso si registra l'ipotizzato coinvolgimento di Mastella».
Lady di ferro E arriviamo a Lady Mastella. «La dirompente entrata in campo della Lonardo - scrive il pm - avviene con l'assessore Camilleri che ha incontrato il direttore generale solo qualche giorno prima». Ecco l'intercettazione fra i due. Lonardo: «Che tipo di incontro avete avuto»? Camilleri: «Mi ha detto: ma perché ce l'hanno tutti con me? Io sono stato sempre a disposizione». Lonardo: «Allora ti dice cazzate, perché non è vero. È stato a disposizione di altri, certamente non di noi, ma tu che gli hai detto?... Non ti preoccupare che mo' parlo io con Clemente e metto tutto a posto?». Camilleri: «No, assolutamente, come faccio io a parlare con Clemente e mettere tutto a posto?». Lonardo: «Assolutamente no, che ti ha chiesto lui?». Camilleri: «Facciamo questo incontro». Lonardo: «Allora, per quanto mi riguarda, lui è un uomo morto. E lo è anche per mio marito, quindi per cortesia tenetevene alla larga. Incontra pure chi vuoi dal punto di vista professionale ma dal punto di vista politico le cose passano attraverso di noi, perché essere presi per i fondelli da questa gente... se lo possono scordare».
La «macchina Udeur» A questo punto, annota il pm, «si mette in moto la macchina Udeur» si fa concreta «l'esigenza di esautorare l'Annunziata (nominato direttore in quota Udeur, poi passato nel Pd nella corrente di Rutelli, ndr) per determinate le decisioni assunte». La signora Mastella, stando alle accuse, se la sarebbe legata al dito perché Annunziata «non avrebbe recepito alcune indicazioni provenienti da appartenenti all'Udeur», con la Lonardo in testa. Annunziata avrebbe detto no «ad alcune nomine di primari gradite al Lonardo e al Mastella, fra cui quella in favore di Izzo Sergio». Non avrebbe designato «i primari di cardiologia e neurochirurgia del San Sebastiano secondo le indicazioni della Lonardo»; non avrebbe messo «come primario un medico neurologo segnalatogli dall'assessore regionale Ferraro in quanto medico di fiducia di suo padre» e non avrebbe scelto «come capo ufficio tecnico dell'azienda ospedaliera di Caserta l'ingegner Napoletano, segnalatogli dal Ferraro».
Come se non bastasse, Annunziata non avrebbe ottemperato alla richiesta di designare «come componente del nucleo valutazione dell'azienda ospedaliera tal Fabio Sgueglia, persona segnalata dall'assessore Ferraro». Interrogato dai carabinieri il 15 giugno 2007 il direttore generale Luigi Annunziata dice: «Ho ormai perso ogni appoggio politico e se sono ancora in carica è perché i conti sono a posto e quindi non temo la verifica che ci sarà per fine giugno quando la commissione nominata dalla giunta regionale esaminerà i bilanci, e i miei sono a posto. Non temo nessuno».
Fondi congelati Ancora Mastella, in concorso con altri indagati, è al centro di una vicenda che ha come protagonista Ugo De Maio, giudice amministrativo, presidente della seconda sezione del Tar, sotto inchiesta per rivelazione del segreto d'ufficio relativamente ad un ricorso presentato da una persona non ancora identificata, «ma vicina all'associazione», e per la quale il giudice si sarebbe interessato affinché il ricorso avesse «buon esito» così «facendo proprie, durante lo svolgimento della camera di consiglio, le ragioni del ricorrente». Insieme ai suoi (presunti) sodali, sempre Clemente Mastella entra in scena «in qualità di istigatore» dell'associazione per delinquere - osservano i pm - contribuendo a far redigere illecitamente «un parere alla giunta regionale della Campania relativo al questione prospettata dal presidente della comunità montana del Taburno sulla disciplina della rappresentatività dei comuni».
E infine il Guardasigilli, attraverso il fidato Camilleri e l'assessore Errico, «costringevano Barbieri Antonio, sindaco di Cerreto Sannita, a dare loro un'utilità consistita nella nomina di Melotto Ciro, esponente politico Udeur, ad assessore ai Lavori pubblici del predetto Comune.
In particolare avendo deciso di entrare a far parte della giunta di Cerreto e di occupare tassativamente il relativo assessorato ai Lavori pubblici, Mastella decideva di iniziare una strategia di pressione politica ed amministrativa sul sindaco di Cerreto sannita, fornendo precise direttive al Camilleri e al consigliere Errico affinché operassero fattivamente il “congelamento” dei finanziamenti regionali destinati alla realizzazione del Piano di insediamento produttivo di Cerreto, così da prospettare al Barbieri il mancato ottenimento del finanziamento da lui in precedenza richiesto in caso di mancata nomina ad assessore comunale con delega ai lavori pubblici di un esponente politico Udeur, nella specie indicato nella persona di Melotta Ciro».Chiosa del pm a pagina 154: «Per quanti sforzi possano essere fatti e immaginati, è risultato obiettivamente impossibile evitare di menzionare il nome del predetto indagato», per l'appunto, Clemente Mastella.
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