Dopo i medici anche gli ingegneri senza frontiere

Dopo i medici anche gli ingegneri senza frontiere

Silvia Parodi è un giovane ingegnere ambientale genovese che ha coniugato la sua professione con l'impegno sociale: è infatti presidente della sezione genovese di «Ingegneria senza frontiere», associazione impegnata a promuovere lo sviluppo dei paesi del terzo mondo, che, il primo luglio, ha dato il via al progetto di un impianto di 24 vasche per piscicoltura nella Repubblica Centroafricana con finanziamento dell'Ato, ente acquedottistico genovese.
Ma l'esperienza di Silvia va al di là del suo contributo tecnico: nel 2002 è infatti partita per una permanenza di due anni in Brasile come coordinatrice unica del progetto di realizzazione di infrastrutture idrauliche nella regione brasiliana «Piemonte da Diamantina», zona rurale di Bahia, promosso dalla Ong gesuitica Magis. «Nel 2000 ho trascorso un mese presso le suore calasanziane che si occupano dei bambini delle due favelas di Salvador di Bahia, dedicandomi a loro nel doposcuola» racconta Silvia. «La prima volta che si va là è soprattutto per conoscere la realtà del Brasile; due anni dopo ho aderito al progetto della Magis e sono partita per Capim Grosso nel Nordest». È stato difficile ambientarsi? «Un po' di timore l'avevo, ma l'ospitalità degli abitanti mi ha fatto presto sentire come in una seconda famiglia. Inoltre il fatto di essere sola mi ha aiutato a calarmi nella loro realtà, a diventare una di loro». In che cosa consisteva il progetto? «Il cosiddetto semi-arido di Bahia è una zona siccitosa e senza pozzi; il progetto era finalizzato, tramite interventi sul territorio e formazione dei contadini, a consentire di convivere con le difficili condizioni climatiche, senza essere costretti ad inurbarsi nelle fatiscenti favelas di Rio e San Paolo. Prima di tutto sono stati realizzati sistemi di raccolta dell'acqua piovana dai tetti delle abitazioni, a scopo potabile. Un anno di piovosità media consente così a un'intera famiglia di bere acqua pulita, abbattendo il rischio di infezioni e malattie. Il secondo passo è stato dotare il territorio di cisterne e dighe sotterranee alimentate dalle piogge, a scopo irriguo e per allevamento di animali».
Il progetto è finito due anni fa e oggi l'approvvigionamento idrico è notevolmente migliorato e così pure il reddito. Infatti, grazie al sistema del microcredito, diversi contadini hanno realizzato sistemi di irrigazione con invasi sotterranei: Sidelcina, un'intraprendente donna del luogo, ha impiantato una coltivazione di banane, che richiede molta acqua; e la produzione locale eccede ora, anche se di poco, i quantitativi necessari all'autosostentamento. È nata così un anno fa una cooperativa per vendere il surplus. «Dall'Italia seguiamo questi progressi tramite Padre Saverio Nichele, missionario gesuita, che vive là da quindici anni e ha cambiato la faccia del paese - dice Silvia -: quando è arrivato c'erano ancora bambini che morivano di fame, oggi non più. E volontari come me tornano là per brevi periodi». Come deve muoversi chi fosse interessato a questo tipo di esperienza? «Le Ong sono un buon punto di riferimento, anche perché organizzano campi di lavoro e viaggi d'esperienza della durata di uno, due mesi. Oppure c'è il gruppo missionario della Diocesi, che organizza campi di lavoro estivi a S. Domingo e Cuba, presso le missioni». E per aiutare dall'Italia? «Un progetto che continuiamo a promuovere è l'istruzione dei ragazzi; chi volesse consentire a un ragazzo brasiliano di studiare può farlo con una borsa di studio di 400 euro all'anno per tre anni». Hai notizie recenti dal Brasile? «Sono tornata dal Brasile a fine giugno e purtroppo c'è molta tensione. Il governo ha deciso di realizzare un' opera idraulica di trasposizione del Rio S. Francisco, il secondo fiume del Brasile dopo il Rio delle Amazzoni; bagna parte della zona semiarida del Nordest ed è ogni anno più inquinato. Il «velho Chico», come è chiamato dai nordestini, è comunque fonte di sostentamento per milioni di persone che navigano e pescano lungo le sue rive. In realtà gli alti costi dell'opera non trovano un corrispettivo nel beneficio atteso.

Per maggiori informazioni, consultare il sito http://genova.isf-italia.org o telefonare allo 010/3532479 per Ingegneria senza frontiere; http://www.magisitalia.org o 06/ 69700323 per la Ong Magis o, infine, http://www.coopes.org/ per la cooperativa della regione del Nordest.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica