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I ministri maoisti scorrazzano in Bmw

«Compagni, il futuro è l'Africa». Veltroni l'ha capito da tempo. E così, mentre da noi la gauche caviar arranca, in Sudafrica il nuovo comunismo monta in Bmw. L'ultima frontiera degli «amici del popolo» ha da quelle parti un indiscusso profeta. All'anagrafe si chiama Blade Nzimande, sul fronte della politica è il ministro delle Università e il capo del partito comunista, per i cittadini è il signor «vino rosso e Bmw nera». Non è un soprannome immeritato. In pubblico il compagno Blade predica la purezza rivoluzionaria, rimprovera al capitalismo ogni male, e rilancia in continuazione un'arrabbiata autobiografia in tre frasi: «Mia madre era una sguattera di cucina, mio padre un servo di giardino e io per questo sono co-mu-ni-sta, co-mu-ni-sta, co-mu-ni-sta».
L'orgoglio di quel triplo comunismo a denominazione d'origine controllata sembra ora offuscato dall'amore per i grandi vini e le potenti quattroruote. Da quando è al governo le sue uniche grandi opere sono un irrefrenabile contributo al consumo di bottiglie millesimate, e l'acquisto di una Bmw costata alle casse dello Stato la bellezza di 137mila dollari. Non un grande esordio per un ministro abituato a sfoggiare cappellini maoisti e ad ammannire prediche e sermoni sulla purezza rivoluzionaria. Non un grande inizio per un governo deciso - stando alle promesse del presidente Zuma - a cambiare il volto del Paese, a riparare le storture degli ultimi 15 anni, a ridare dignità alle immense township dove milioni di neri vivono senz'acqua, elettricità e fognature.
Lo spregiudicato avvio sta mandando su tutte le furie anche i sindacalisti neri preoccupati di perder l'appoggio dei milioni d'abitanti delle periferie mandati in massa a votare per Zuma e per i comunisti. «Spendere così tanto in automobili è uno schiaffo in faccia ai disoccupati e alla gente degli slums», ripetono da qualche settimana anche i capipopolo più vicini al governo e al partito comunista. Non pensano solo al signor Nzimande. La sua supercar da 137mila dollari è solo l'ammiraglia di una flotta blu raccontata dai giornali di Johannesburg e Città del Capo come lo «scandalo Cargate». Accanto alla sfolgorante superberlina dell'ultimo maoista al potere fanno bella mostra le due Bmw - per un costo totale di 280mila dollari - pretese dal ministro Siphiwe Nyanda e un’altra coppia di superauto della stessa marca fatte acquistare al prezzo di 172.450 dollari dal ministro della Polizia Nathi Mthethwa.
Quello scialo a quattro ruote, quell'irrefrenabile voglia di lusso da scaricare sulle spalle del contribuente sembra la principale vocazione dei ministri usciti dalla grande famiglia della rivoluzione nera e comunista. Il loro collega delle finanze Pravin Gordhan, un veterano della politica sudafricana di origini indiane in Parlamento da 15 anni, sfoggia una ben più sobria berlina Lexus da 74mila dollari. Tokyo Sexwale, un ministro super milionario rubato al mondo degli affari, continua a spostarsi guidando da solo la sua auto privata. Ma come i gauche caviar nostrani, anche i comunisti in Bmw sudafricani hanno l'indignazione facile e l'esclusiva della rettitudine morale.
«Noi continuiamo ad opporci ad ogni forma di stravaganza, non permettiamo spese inutili e continuiamo a condannare fermamente ogni brama personale, ogni forma di corruzione e di egoismo sociale», ribatte indignato il ministro comunista Nzimande a chiunque gli rimproveri quei pubblici sprechi. A rispondergli ci ha pensato un ex-compagno disperato pubblicando su uno dei più letti siti web del Sudafrica una letterina in cui descrive la rabbia e la delusione provate dopo aver appreso le costose passioni del compagno ministro.

«Sono in lacrime, andavo ai comizi di Blade, prima le sue parole mi toccavano il cuore ora invece mi fanno dire: com'è stato possibile tutto questo?».

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