I misteri nascosti tra bunker e cripte

Un sito e (a febbraio) anche un libro svelano per la prima volta la metropoli sotterranea

Milano sotterranea è una città intera, ma inaccessibile ai milanesi. Per poterla visitare ci vogliono permessi speciali, riservati a speleologi e storici. Eppure sia in pieno centro, sotto il Castello Sforzesco, la Stazione Centrale, le vie e i vicoli di Brera, il parco delle Basiliche o il Duomo, ma anche in zone più periferiche come via Mecenate ci sono bunker sotterranei, ex ricoveri antiaerei, splendidi pozzi murati e anche, per la gioia di dietrologi e lettori del Codice Da Vinci, passaggi segreti, come quello che dal Castello Sforzesco dovrebbe portare a Santa Maria delle Grazie. Lo sostiene Ippolito Ferrario, creatore del sito milanosotterranea.com e coautore del libro Milano sotterranea e misteriosa (Mursia) in uscita a febbraio del prossimo anno. Dunque questo passaggio segreto leonardesco di cui si favoleggia da secoli esiste davvero? «Probabilmente sì, ma finché non sarà dato nuovo impulso alle ricerche sui luoghi ipogei, cioè sotterranei, non lo sapremo mai» risponde Ferrario. «L’ultima catalogazione dei sotterranei del Castello risale a una ventina di anni fa e si stima che soltanto un terzo dei luoghi esistenti siano stati censiti».
Visitare i sotterranei di molte città europee, Parigi in testa, è uno dei passatempi preferiti dai turisti e dai cittadini ed è facile pensare che più di uno studente in gita scolastica si appassionerebbe molto di più alla visita di cisterne, pozzi, ricoveri, fonti, cripte, canali e catacombe che a quella di musei e palazzi di superficie. Ma a Milano questo ancora non accade. «Sembra sempre che chi cerca nelle viscere della terra abbia fini esoterici o comunque misteriosi» prosegue Ferrario. «Invece alcuni di questi passaggi possono svelare parti ignote della storia della nostra città».
Tanto per citare un esempio clamoroso, si dice che negli anni Sessanta, con i lavori per la posa dei cavi elettrici e la costruzione di sottoservizi, venne alla luce un complesso sotterraneo che collegava le basiliche di San Lorenzo e Sant’Eustorgio: una catacomba contenente un mosaico policromo raffigurante l’Ultima Cena, con i personaggi a grandezza naturale, il più antico mai trovato in città, datato all’incirca IV secolo. Seppure la scoperta non sia mai stata confermata, un cunicolo e la cosiddetta «Galleria dei Sedili» sono stati rinvenuti nel chiostro di Sant’Eustorgio oggi ospitante il Museo Diocesano. Di quel mosaico non si sa invece più nulla, anche se si racconta che qualcuno asportò la testa del Cristo, per regalarla poi a suo nipote, prima che cunicoli e gallerie, dell’altezza di due metri e mezzo, venissero murati e cementati. «Qualche sito collegato al mistero c’è - spiega Ferrario - A Gorla, sotto Villa Finzi, è stato scoperto un “tempio della notte”, che tra il Sette e l'Ottocento ospitava riunioni massoniche e nulla toglie che la struttura sia stata usata anche fino a cinquant’anni fa». Oggi tuttavia, pare che Milano sotterranea, specie quella periferica e mal sigillata, sia usata soprattutto da senzatetto e clandestini. Ma una via d’accesso speciale, alternativa al classico tombino, potrebbe esserci anche per qualche milanese fortunato: la cantina di casa. «Sotto casa mia, in Ponte Vetero - svela Ferrario - ho trovato due pozzi romani tardomedioevali.

A Milano ce n’erano migliaia, alcuni contenenti dei monili». Per l’uscita del libro, poi «stiamo cercando di ottenere i permessi per visitare un luogo della Milano sotterranea in pieno centro, legato al nome di un personaggio che ha fatto la storia...».

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