Ma i musulmani lo bacchettano «La barba tinta offende l’islam»

Trasmesso anche il testamento di uno dei kamikaze di New York

Stavolta i musulmani duri e puri gliele hanno cantate belle chiare all’Osama, proprio il giorno dell’anniversario dell’attentato alle Torri gemelle: queste cose non si fanno, queste cose sono contro Allah, il Profeta non te lo perdonerà mai, dio che orrore, dio che schifo: quella barba lì, colorata di nero, così poco islam, così poco glam...
Adesso ce l’hanno anche con Bin Laden. Passi la strage, il sangue, i tagliagole, ma sul look non si transige, soprattutto quando si va in tv che ti vedono tutti. Sulla rete non si parla d’altro. Della barba di Osama: «Vergogna Bin, non lo sai che tingere la barba di nero è severamente vietato dall’Islam?» va giù subito duro uno; «colorare il pelo è contrario ai dettami della sharia islamica» si accoda subito un altro; «Maometto ha sempre considerato odioso e non virtuoso tingersi» è il parere del solito che sa sempre tutto «e comunque farlo non è certo segno di devozione» concede il più buonista, «l’Islam al massimo ammette di tingere barba e i capelli con l’Henné», cioè color castano rossiccio e non con moderni composti chimici. Difese poche e solo da parte dei fedelissimi: «Si, vabbe’, è peccato, ma solo per quelli che lo fanno per ingannare una futura sposa o per rendersi più affascinanti, non certo per chi fa la guerra». Ma queste sono le solite giustificazioni da donne.
Pure gli islamologi comunque sono in disaccordo. Per Renzo Guolo, docente di Sociologia delle Religioni all’Università di Trieste, «Bin Laden si trucca solo per nascondere al nemico i segni lasciati dal tempo sul volto», per Hamza Piccardo, presidente del Consiglio di comunità dell’Ucoii, «quello comparso in tv non è Osama, che è morto da anni», il contrario di quello che dice Magdi Allam, vice direttore del Corriere della Sera: «L’uomo è vivo, ma gravemente malato: quella che ha addosso potrebbe essere solo una barba posticcia».
L’unica cosa certa è che quella barba lì non un messaggio, se non di cattivo gusto.

Michael McConnell, direttore nazionale dell’intelligence statunitense giura: «Non sappiamo dire se è tinta o tagliata, se è vera o se è falsa, di certo non è un segnale in codice per le cellule in sonno di Al Qaida». Meglio così. Anche perché Osama non ha solo problemi di look ma anche di peso forma: gli hanno appena raddoppiato la taglia. Adesso è di 50 milioni di dollari...

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