«Gli autisti di questi mezzi erano dei veri schiavi delle macchina e del proprio intuito. Senza freni con sistema Abs. Senza servosterzo. Senza aria condizionata e navigatore. Ci volevano forza, grinta e anche un pizzico di passione per i motori». Roberto Gandini, autotrasportatore di Fidenza (Parma) scende dal Fiat 690 N4 rosso mattone, vecchio tir anni '70, leone della strada e dei tornanti che «costava 4 milioni di lire dell'epoca», osserva. Posteggia nella piazza di Arcola, nello Spezzino, dove i nonni degli autotreni di oggi si sono dati appuntamento per il raduno dei mezzi merci d'epoca. «Questo qui lo guidava mio nonno. Io lho conservato», prosegue. Come lui ieri nel centro della val di Magra erano 70 i camion retrò reduci dal «raid» Parma-La Spezia lungo le curve della Statale Cisa. Guliano Bologna invece scende da un 690 Ti tinto di arancio con fiocco rosa in onore di un neonato. «Questi mezzi fanno parte di noi - osserva - li amiamo».
E nella piazza del paese ieri cerano anche vecchie ma orgogliose Balilla pick up, le grintose Guzzi con rimorchio, i vecchi Lancia, gli Om, gli altri modelli Fiat e le vecchie Ape Car. In pratica si arriva fino agli anni '40. «Scopo di questi eventi è quello di conservare la memoria storica e tecnologica dei nostri motori», spiega Luca Gavarino, segretario di Aite (Associazione Italiana Mezzi d'Epoca presieduta da Roberto Galbiati) di Tortona che insieme alla regione Liguria ha organizzato l'evento.
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