«Finalmente qualcosa comincia a muoversi», «Una sentenza che fa giustizia di troppe discriminazioni nei nostri confronti», «Un ulteriore passo avanti nella direzione dellaffido congiunto che non discrimini i padri». Sono solo alcuni dei messaggi che da ieri circolano sul sito dei «padri separati», lassociazione onlus maggiormente impegnata nella difesa dei diritti dei figli nella separazione e del genitore «debole», cioè luomo. Una considerazione che nasce da un dato di realtà: il 95% dei casi di separazione si conclude con laffidamento esclusivo del figlio alla madre e con forti restrizioni nei riguardi del padre. «Anche da un punto di vista giuridico - spiegano i volontari dellassociazione Padri separati - il padre è spesso relegato al ruolo derogatore di un assegno mensile o a quello di genitore del tempo libero, dello svago, in una condizione sostanzialmente marginale e secondaria rispetto alla madre, con tanti saluti ai principi delleguaglianza stabilita dalla Costituzione».
Ora tra i padri separati cè però un maggiore ottimismo: «La sentenza di ieri a Firenze e quella di qualche giorno fa che riconosceva un risarcimento al padre a cui era stato impedito di assistere al parto della moglie, ci fanno ben sperare nel futuro».
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