I paradossi della legge: la legittima difesa c’è ma nessuno la applica

È solo l’ultima delle notizie del genere. I ladri hanno svaligiato l’abitazione di un imprenditore biellese rubandogli anche una pistola regolarmente detenuta, e la vittima è stata denunciata per «omessa custodia di arma» perché l’armadio blindato dove la teneva non è risultato scassinato, avendo i ladri trovato il nascondiglio della chiave. Forse, secondo le autorità di polizia, il poveretto avrebbe dovuto portarsela al collo, come faceva con quella della cintura di castità della moglie il Prode Anselmo alle Crociate.
Oltre al danno l’atroce beffa: avvocati, tribunali e tutto il resto. Questo grazie a una legge che piuttosto svagatamente afferma che i proprietari di armi regolarmente denunciate le devono detenere «con ogni diligenza nell’interesse della sicurezza pubblica»: una perla di etereo burocratismo che ha prodotto un largo ventaglio di sentenze che affermano tutto e il suo contrario, che i proprietari sono responsabili oltre ogni ragionevole dubbio oppure che è sufficiente che porte e finestre siano sprangate per provare la diligenza.
La materia suona beffarda se si considera che ogni comunità organizzata e quindi ogni autorità statale erano nate proprio dall’esigenza di mettere assieme le comuni energie per difendersi da nemici interni ed esterni, per proteggere case e famiglie da animali e uomini feroci. Si arriva qui al paradosso che lo Stato non solo non difende i propri cittadini dalla violenza ma li punisce per qualche blando tentativo di autotutela. Queste notizie si sommano a quelle di poveracci che nel tentativo di proteggersi fanno del male agli aggressori ricadendo nel reato di «eccesso di legittima difesa».
Più che nel perseguire i mascalzoni e generare sicurezza, lo Stato è severo nel difendere il principio del suo monopolio della forza, di essere cioè il solo a poter colpire chi sbaglia. È un precetto largamente contestabile e contestato da libertari e da federalisti ma che in ogni caso per valere deve essere assoluto ed efficace: lo Stato deve cioè essere davvero il solo a gestire la forza e lo deve fare sempre. Invece lascia di fatto mano libera a delinquenti singoli e ad associazioni di malaffare (che almeno garantiscono la «protezione» a chi estorcono un pizzo), ed esercita la forza malamente e maldestramente più contro le vittime che contro gli aggressori. Affettuoso con i prepotenti e maramaldesco con i miti. In una situazione del genere, anche senza arrivare alla liberalizzazione del porto d’armi e alla privatizzazione della sicurezza (che pure hanno una loro moralità ed efficienza), si dovrebbe procedere con leggi chiare e di buon senso. Stabilire innanzi tutto cosa significhi «diligenza», che non abbia senso - ad esempio - pretendere che armi per difesa personale vengano custodite in recessi inagibili: come ci si può difendere con una rivoltella che invece di essere a portata di mano è chiusa in una cassaforte? Né si può pretendere che uno la riponga in un forziere ogni volta che esce di casa. Si dovrebbe soprattutto rivedere il concetto stesso di «eccesso di legittima difesa» eliminandolo del tutto all’interno delle proprietà private chiuse e recintate. Chi scavalca, forza o scassina per entrare a casa altrui deve sapere che lo fa a proprio rischio e pericolo, e che nessuno verrà a condannare la giusta reazione del padrone di casa.
Le cronache sono piene di cittadini che vengono invece puniti o vessati per aver tentato di difendere se stessi, le loro famiglie e proprietà. È un argomento importante, che tocca la tranquillità della gente e la qualità della vita comunitaria. Eppure di temi sentiti e concreti come questo i politici parlano molto poco. Non spiegano quali siano i loro progetti per risolvere le questioni della sicurezza, come impedire finalmente che lo Stato colpisca le vittime e non i colpevoli. Siamo alla coda di una campagna elettorale dissennata, nella quale si è sentito parlare di ogni genere di pirlata, dalle escort alle intercettazioni, dalla par condicio alle firme taroccate.

Ma dei problemi veri, quelli che toccano la gente normale, dei soldi che mancano, della disoccupazione, della criminalità nazionale, comunitaria ed extracomunitaria, della sicurezza nessuno si occupa. Come se si votasse solo per il Grande Fratello.

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