I PIFFERI DI MONTAGNA

Di quello che è successo durante la seduta del consiglio regionale di ieri dedicata alla mozione di sfiducia a Claudio Burlando per il contromano in autostrada, ognuno può farsi un’idea leggendo il puntualissimo resoconto di Ferruccio Repetti. Di certo, comunque la si pensi su tutta la vicenda, non è stata una grande giornata di politica.
Dal canto mio, spero che quello che è successo aiuti il centrodestra a voltare pagina. Spesso, con Claudio Scajola ci siamo confrontati politicamente a colpi di carta vetrata dialettica, ma credo che l’intervento del presidente del Copaco che ha sottolineato di come il fallimento della giunta Burlando è tutto politico, sia stato nel centodestra il punto più alto di tutta la settimana dedicata al «caso contromano». Uno dei pochissimi, quasi l’unico, di una settimana in cui la Casa delle libertà non ha dato il meglio di sè.
Ribadisco che Biasotti è stato un grandissimo governatore e la sua maggioranza ha governato molto meglio, infinitamente meglio, di quella attuale. Ma non perchè presidenti e assessori guidavano meglio o avevano frequentato corsi di guida sicura. E penso che Sandro non debba farsi prendere dalla fretta di tornare a De Ferrari, altrimenti rischia di farsi degli incredibili autogol, probabilmente mal consigliato dal giustizialismo degli urlatori sempre alla ricerca dello scandalo, peraltro ben rappresentati nel mondo dei media. Nel popolo dei moderati sono molti meno di quello che si possa pensare, solo che alzano la voce più degli altri. E allora, come dire?, magari uno li prende anche sul serio.
Insomma, l’idea di trasformare un incidente automobilistico in un caso politico, è stata - naturalmente a mio parere, ci mancherebbe - un grosso errore tattico, di immagine e strategico: non a caso, come era prevedibile, ha compattato la maggioranza attorno a Burlando. Mai avevo visto un’Unione così unita nell’aula del consiglio regionale. Detto tutto.
Allo stesso modo, si è dimostrata assolutamente sbagliata la scelta di alcuni (pochi, per fortuna) del centrodestra di dare corda alla denuncia della «Casa della legalità» che chiedeva la decadenza di Marta Vincenzi da sindaco per un conflitto di interessi. La causa è durata lo spazio di un’udienza. E chi si era illuso di far fuori il o la sindaco per vie non politiche, è tornato a casa scornato.


E, sempre allo stesso modo, la polemica contro le tasse dell’assessore regionale al Bilancio Gibì Pittaluga va fatta politicamente, non sperando che al «Pitta» ci pensi la magistratura.
In un periodo di antipolitica dilagante, è l’abc della Politica. Basta scorciatoie. Altrimenti finisce sempre come i pifferi di montagna. Che partirono per suonare e finirono suonati.

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