I pirati dei Caraibi affondano la Palma d’oro Terrence Malick

A guardare gli incassi, sembra che Jack Sparrow e soci abbiano trovato realmente la fonte dell’eterna giovinezza come capita nel quarto episodio dei Pirati dei Caraibi (ribattezzato Oltre i confini del Mare), una saga che sembrava aver esaurito il suo filone e che, invece, ha saputo rilanciarsi alla grande. Il cambio di mano nella regia (Rob Marshall ha sostituito Gore Verbinski) e l’assenza dei (co)protagonisti delle prime tre pellicole (Orlando Bloom e Keira Knightley) non hanno avuto particolari ripercussioni sugli spettatori che, anzi, hanno dimostrato di apprezzare il cambiamento di rotta e, in particolare, l’ingresso nel cast di una bravissima Penelope Cruz che ha saputo tener testa alle mossette dell’istrionico onnipresente Johnny Depp. Addirittura, se non fosse per il marchio di fabbrica riproposto che contraddistingue l’intera serie piratesca, si potrebbe parlare di un nuovo ciclo cinematografico. Il tutto, ed è ciò che più conta, ha prodotto la bellezza, a livello internazionale (tolto cioè il box office americano), di 256,3 milioni di dollari, miglior risultato di sempre all’esordio, fuori dagli Usa, di una pellicola (il precedente record era di Harry Potter e il Principe Mezzosangue con 236 milioni di dollari). E’ stato proprio il territorio americano a tradire i pirati disneyani perché i «soli» 90,1 milioni di dollari (negli Usa, il primato lo detiene The Dark Knight con 158,4) guadagnati nel week-end, sommati ai 256,3 di cui sopra, hanno proiettato questo nuovo capitolo delle avventure di Jack Sparrow fino al terzo posto della classifica assoluta che registra gli incassi dei film al debutto, lontano, però, da Harry Potter e il Principe Mezzosangue (394 milioni) e Spider-Man 3 (381 milioni).
Anche in Italia, I Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del Mare ha avuto vita facile con cifre che da noi si leggono, purtroppo, di rado: 5.312.335 euro nel fine settimana, 7.137.051 euro in 5 giorni di programmazione (ha debuttato lo scorso 18 maggio), 5.598 euro di media per copia. Non sorprende, invece, il flop di The Tree of Life, la pellicola di Malick che ha trionfato a Cannes ma è stata bocciata nel nostro paese finendo quarta con appena 381.896 euro al botteghino. Del resto, non è la prima volta che un film più è noioso ed incomprensibile (con cori di complimenti della critica), più ha possibilità di vincere nei vari Festival e meno di incassare.

Chi si ricorda, ad esempio e senza andare troppo in là nel tempo, il trionfatore della scorsa edizione alla Croisette? Non crucciatevi perché siete in buona compagnia visto che il declamato Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti (era questa la risposta giusta) del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul, pellicola definita come «una fusione complessa e troppo dilatata tra realtà fisica e metafisica», all’esordio aveva fatto anche peggio di Malick con appena 46mila euro.
Certo, gli esteti diranno che è il prezzo che deve pagare il cinema di (presunta) qualità. Ma poi non lamentiamoci se la gente affolla solo le sale per gustarsi le smorfie di Johnny Depp.

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