da Roma
Il clima politico è quello che è, cioè «allarmante», e le parole del Cavaliere alla Confesercenti non contribuiscono certo a portare il bel tempo. Lunico segno di rasserenamento sta nella decisione del governo di rinunciare al decreto e di presentare il lodo Schifani bis sotto forma di disegno di legge: lo scudo per le alte cariche andrà domani al Consiglio dei ministri e a luglio in Parlamento. Per Giorgio Napolitano, che da qualche settimana sta tentando una difficilissima ricucitura, questo dovrebbe essere quindi il giorno dello sconforto. «Non dissimulo la mia preoccupazione - confida infatti ai vertici del Consiglio nazionale forense -. Purtroppo non sono in grado di fare nessuna previsione. Il mio ruolo è quello della moral suasion, che spesso equivale a lanciare dei messaggi nella bottiglia, non sapendo chi vorrà raccoglierli».
Eppure, sottotraccia e a dispetto delle ultime polemiche, la mediazione del Colle continua. Cè già un piccolo risultato, la scelta della maggioranza di ricorrere al ddl per il lodo bis. E altre parziali concessioni il presidente se laspetta dalla magistratura. Certo, lo spazio è sempre più stretto e le speranze di intesa quasi inesistenti. Però vale la pena di provarci. «Serve un clima di ascolto reciproco», dice il capo dello Stato. E poi «equilibrio» e «dialogo».
Napolitano, che parla contemporaneamente al premier, sembra un po spiazzato. Ce lha con Berlusconi ma non solo con lui. «Il mio invito - spiega - si rivolge a tutti i soggetti». Tutti dunque, anche le toghe, dovrebbero raccogliere lappello «alla misura e allequilibrio che in questo momento di tensione mi auguro non venga lasciato cadere da nessuna parte, nella consapevolezza del danno che porterebbe a ciascuno e a tutti il riaccendersi di una deleteria contrapposizione tra politica e giustizia».
Insomma, basta liti, la gente non capirebbe. Un problema di «recupero della fiducia dei cittadini» esiste già e riguarda la durata dei processi. L«abbreviazione dei tempi» dei dibattimenti è per il capo dello Stato una delle esigenze primarie per «un corretto funzionamento della macchina della giustizia». Poi però servono anche ritocchi al sistema. «Dobbiamo auspicare - dice agli avvocati - che la nuova stagione parlamentare porti avanti il percorso delle riforme di cui ha assolutamente bisogno lamministrazione della giustizia nel suo insieme». Operazione difficile, visti i chiari di luna. «Perché vi si riesca deve affermarsi un clima di ascolto reciproco e di confronto costruttivo su questi problemi fra tutte le componenti del mondo della giustizia e del mondo politico e istituzionale».
Non è la scampanellata dellultimo giro, ma poco ci manca.
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