
Quando dalla Cappella Sistina si leverà il fumo bianco, che annuncerà l'elezione del nuovo Papa, sarà il cardinale Dominique Mamberti, 73 anni, a proclamare il celebre “Habemus Papam” e ad annunciare il nome del nuovo Pontefice che succederà a Papa Francesco.
Chi è il Cardinale
Nato a Rabat, in Marocco, e cresciuto in Corsica, Mamberti ha costruito una carriera lunga e prestigiosa all’interno della Santa Sede. Oggi è alla guida del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, la più alta corte della giustizia vaticana. Giurista di grande preparazione, è anche un diplomatico con una lunga esperienza in aree chiave del mondo, tra cui Africa, America Latina e Medio Oriente.
Figura di riferimento nel panorama del diritto canonico e della diplomazia vaticana, Mamberti è riconosciuto come un uomo che ha dedicato l’intera vita al servizio della Chiesa, con uno sguardo attento alle dinamiche internazionali e al dialogo tra culture.
La sua formazione
Mamberti ha intrapreso i suoi studi giuridici tra Strasburgo e Parigi, per poi conseguire la laurea in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Fin dai primi passi della sua carriera, ha scelto la via della diplomazia vaticana, prestando servizio in diverse aree del mondo, tra cui Algeria, Cile, Sudan, Somalia ed Eritrea. In particolare, l’esperienza maturata nel continente africano gli ha permesso di sviluppare una profonda comprensione delle complesse dinamiche geopolitiche locali.
Nel 2006, Papa Benedetto XVI lo ha nominato Segretario per i Rapporti con gli Stati, una delle posizioni chiave della Segreteria di Stato vaticana. In questo ruolo, Mamberti ha condotto delicate trattative con numerosi governi, affrontando questioni cruciali come il riconoscimento giuridico della Chiesa e l’inserimento dell’insegnamento religioso nei sistemi educativi nazionali.
Magistrato vaticano
Nel 2014, Papa Francesco ha scelto di affidare a lui un nuovo incarico, trasferendolo dall’ambito diplomatico a quello giudiziario: è stato infatti nominato Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, il più alto organo giurisdizionale della Santa Sede. Questo passaggio ha rappresentato una svolta nella sua carriera, rafforzando ulteriormente la sua autorevolezza nel campo del diritto canonico.
Un anno dopo, nel 2015, lo stesso Papa Francesco lo ha elevato al rango di cardinale, riconoscendone il lungo e prezioso servizio alla Chiesa. Nel 2016, ha assunto anche il titolo di cardinale protodiacono, un incarico di rilievo che lo pone al centro di uno dei momenti più solenni della vita ecclesiale: l’annuncio del nuovo pontefice al termine del conclave, pronunciato dalla loggia della Basilica di San Pietro.
Le grandi competenze
Oltre al suo ruolo nel campo giuridico, Mamberti è considerato in Vaticano una delle voci più autorevoli in materia di politica internazionale. La sua profonda conoscenza delle dinamiche geopolitiche, con particolare attenzione all’America Latina, all’Africa, al Medio Oriente, al mondo islamico e al sistema delle Nazioni Unite, lo ha reso un interlocutore chiave nelle attività diplomatiche della Santa Sede. La combinazione tra rigore giuridico e visione globale ha consolidato la sua posizione come figura di riferimento nelle relazioni internazionali della Chiesa.
Le sue posizioni
Mamberti ha sempre promosso una visione del diritto internazionale ancorata alla dignità intrinseca dell’essere umano e ai principi del diritto naturale. Coerente con questa impostazione, ha più volte ribadito la centralità della libertà religiosa come diritto fondamentale da proteggere. In particolare, si è fatto portavoce della necessità di difendere i diritti umani e garantire tutela alle comunità cristiane e alle minoranze religiose che, in molte parti del mondo, vivono situazioni di vulnerabilità o persecuzione.
In un’intervista rilasciata alla Radio Vaticana nel 2013, il cardinale ha espresso il proprio sostegno alla possibilità, per i datori di lavoro cristiani, di invocare l’obiezione di coscienza in determinate situazioni, come il rifiuto di offrire specifici servizi a persone omosessuali.
Una posizione che ha sollevato dibattito, ma che si inserisce nella sua più ampia visione critica verso l’avanzare del secolarismo. Le sue parole riflettono l’impegno costante nella difesa dei principi cristiani tradizionali e nella salvaguardia della libertà religiosa di fronte alle pressioni della modernità e della laicizzazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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