I precari della Cgil sfilano contro la Camusso. E lei li fa fermare dalla polizia

RomaCon un pizzico di perfidia hanno fatto la loro manifestazione proprio alla vigilia della mobilitazione della Cgil sui precari intitolata «Giovani non più disposti a tutto». Anche loro, in fondo, sono ex precari, in alcuni casi licenziati che hanno fatto causa all’azienda che li ha messi alla porta. Solo che il datore di lavoro contro il quale ieri hanno protestato è lo stesso sindacato della sinistra che protesta per i precari degli altri. Il caso era stato sollevato mesi fa dal Giornale. Poi dipendenti ed ex dipendenti della Cgil si sono organizzati, soprattutto grazie a internet e pagine Facebook, come quella intitolata «Giovani non più disposti a farsi fregare dalla Cgil». Ieri si sono dati appuntamento davanti alla sede della segreteria generale, in Corso d’Italia, a Roma. Circa un centinaio, armati di cartelli e con uno striscione di sei metri. Beffardo, riproduce lo slogan della manifestazione indetta per oggi dalla Cgil: «Il nostro tempo è adesso». Di anomalo c’è la firma sotto: «I lavoratori licenziati Cgil». E l’aggiunta: «Camusso, la vita non aspetta per i licenziati dalla Cgil». Con il megafono, tutti i licenziati hanno raccontato la loro storia, in modo che si sentisse anche ai piani alti della segreteria generale.
Il sindacato-datore non li ha ricevuti. Ha mandato le forze dell’ordine a comunicare ai manifestanti che non avrebbero fatto entrare nemmeno una delegazione. Loro, per tutta risposta, oggi parteciperanno alla manifestazione della Cgil. Una presenza scomoda, perché spiegheranno ai manifestanti che il datore di lavoro Cgil, non è poi tanto diverso dagli altri. Le vicende dei licenziati sono tutte precedenti alla segreteria di Susanna Camusso. Si tratta nella stragrande maggioranza di donne. Quelle donne che anche ieri il segretario generale del primo sindacato ha assicurato di volere difendere.
Quanto la vicenda sia vissuta con fastidio dentro il sindacato ieri lo si poteva ben capire ieri dalla reazione del giornalista del Tg1 che stava seguendo la manifestazione ad una telefonata da parte di un interlocutore che avrebbe preferito che il servizio non andasse in onda.

Il servizio sulla manifestazione è poi andato comunque in onda nell’edizione delle venti, e la Cgil non ha mancato di contestarlo, rilasciando in tarda serata un comunicato in cui parlava addirittura di «notizia falsa» realizzata per «tentare di ridimensionare» le manifestazioni previste per oggi. «Il Tg1 - accusa Corso Italia - dopo un lungo silenzio sul tema dei giovani, ora lo riscopre solo per buttare fango».

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