I professori facciano il loro compito Li giudicheremo noi

Ora è il tecnico Monti a ri­filare una poderosa stangata a tutti i contribuenti. E farà rimpiangere le morbidezze dei Prodi, dei Pa­doa- Schioppa, dei Tre­monti e dei Berlusco­ni

I professori facciano il loro compito Li giudicheremo noi

Ora è il professor Monti a ri­filare una poderosa stangata a tutti i contribuenti (quelli che pagano le tasse, gli altri si vedrà in un molto ipotetico futu­ro). Un colpo duro a tutti i pensionati e pensionandi, pubbli­ci e privati, maschi e fem­mine. Ai proprietari di quel bene rifugio universale chiamato prima casa, agli utenti dei pubbli­ci servizi sanitari e di trasporto, agli enti locali territoriali e alle Re­gioni. Un prelievo rapace nelle ta­sche dei cittadini, e una intrusio­ne forte nei modi di vita di tutti gli italiani, che farà rimpiangere le morbidezze dei Prodi, dei Pa­doa- Schioppa, dei Tre­monti e dei Berlusco­ni.

La stangata è so­stanziale e procedu­rale. La sostanza è nella corrosione di interessi corposi, dife­si fino ad ora male e in modo corporativo, ma difesi con le unghie e con i denti, e con la famosa concertazione, un modo di impedire sistematicamente la decisione politica a vantaggio di una inerzia nichilista che dura da decenni. Questi inte­ressi adesso verranno travolti. Le con­seguenze saranno purtroppo di lungo periodo, e solo la proverbiale pazienza degli italiani, e la loro prostrazione di fronte alle lezioni di declinismo e cata­strofismo oggi in auge, eviterà guai so­ciali seri. La forma procedurale è addi­rit­tura ferina per quanto risulta crudel­mente offensiva. La consultazione in­formativa al posto della negoziazione, questo offre la ditta tecnocratica.

Di fronte a un governo tecnico e alla sua missione di salvezza nazionale ed euro­pea concordata con il Quirinale, con l’Eliseo, con la Cancelleria federale di Berlino e con la Casa Bianca, ma cosa volete che sia se non una fastidiosa for­malità un colloquio seriale, nel week end, con Casini, Alfano e Bersani, se­guito da un giro di tavola con Camusso, Angeletti e Bonanni, per non parlare della Marcegaglia e altri minori.

«Venite che vi spiego quel che ho de­ciso, non c’è tempo per troppe vostre domande, il sapere non si contratta, non sono forse un professore? Non mi avete forse incaricato di fare al posto vo­stro quello che non avete saputo e volu­to fare fino ad ora? Non mi avete appe­na votato la fiducia? Non sono forse sta­to cortese con voi, non ho forse procla­m­ato la necessità di riconciliare cittadi­ni e politica, rispettando il ruolo di Par­lamento e partiti? Adesso incamerate tutto il rispetto che vi è dovuto, e fatemi fare la mia parte, perché avete appena accettato di assistere alla commedia, siamo solo al primo atto, non è tempo di buuuuuh e di fischi, lì fuori ci sono i corazzieri dei mercati, se non bastasse­ro quelli del Quirinale». Also sprach Herr Professor Monti. Così parlò il pro­fessor Monti.

Messi davanti alla verità, strillano adesso quelli che fino a ieri ci hanno rimproverato, a noi pochi refrattari, quelli che fino a ieri ci hanno spiegato sussiegosi che la democrazia non è so­spesa, che è tutto regolare, che i partiti sono in gran forma, che è avviata una spirale virtuosa di riforme di struttura anticrisi, e che le istituzioni impeden­d­o il libero voto dei cittadini si preserva­no, si lustrano, si conservano in naftali­na per un inverno duro, poi nella pri­mavera del 2013 le si ritirerà fuori e, zac­chete!, vedrete come ricominceranno a funzionare carburate dal consenso ci­vile.

La posizione dei sindacati, senza distinzione, è ridicola. Si sono compor­ta­ti da combriccola classista o corpora­tiva, fa lo stesso, e si sono dimostrati meno democratici dei sindacati greci e dei centri sociali che tirano le molotov contro le banche, per dire di due cattivi soggetti ormai famosi nel mondo. Ave­te accettato il governo tecnocratico, il piglio di Passera a Termini Imerese vi è piaciuto, si può sempre fare roba con gente nominata come voi siete, meglio di un presidente eletto con un suo pro­gramma e una sua maggioranza, e adesso volete pure negoziare come se fossimo nella prima o nella seconda Re­pubblica? No cari, ora sbrigatevi, fate in fretta, esaurite il tempo concesso per la consultazione, e poi buttatevi dalla finestra di opportunità che, come ha scritto la vignettista Elle Kappa, il professore ha appena aperto per voi e per le altre parti sociali.

Dei tripartiti della maggioranza tec­nocratica tripartita non mi va nemme­no di parlare. Sbuffano, rognano, rosi­cano, approntano le Camere per trap­pole che non scatteranno, perché san­no benissimo di essere del tutto impo­tenti, sono potenziali capri espiatori se qualcosa andasse male al cospetto del­l’Europa e dei nuovi maestri di palaz­zo, questo sono,e non si azzardino a fa­re alcunché a parte un po’ di ammuina, chi sta sotto va sopra, chi sta a destra va a sinistra, e chi sta sopra va sotto e chi sta a sinistra va a destra; c’è chi vuole la patrimoniale per fare il rosso sulle bar­ricate al grido di «equità», chi vuole di­f­endere il ceto medio produttivo e l’im­prenditoria diffusa ma si accorge che è un po’ tardi per battersi contro le tasse a chi le paga, oltre la frontiera del prelie­vo tollerabile, ma molto oltre; e infine, minoranza di opposizione leghista a parte, ci stanno i demo-centristi che sguazzano nell’equivoco della demo­crazia sospesa e dell’inciucio perma­nente e legittimato dalla tecnica, e se la ridono in fila indiana davanti all’uffi­cio di Monti.

Ora pagate il fio della vostra dabbe­naggine, sindacati e partiti che avete steso il tappeto rosso davanti al Presi­de e al suo Consiglio di facoltà.

Noi che la fiducia non l’abbiamo votata, ora ci leggiamo le carte di Monti, vediamo se ci sia qualcosa di serio per lo sviluppo e la libertà economica competitiva, e poi giudicheremo come si fa agli esa­mi. Siamo professori anche noi, mica assistenti del colpo di mano che ha por­tato al governo i professori.

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