I profughi siriani, arrivati dopo un viaggio interminabile da un mondo di profonda miseria e paura, restano per le strade e sui marciapiedi. Vittime di un'accoglienza che, di fatto, a Milano non c'è, è finita. Capita così di vedere donne e neonati di un mese coperti da giacche a vento sotto il sole a 34 gradi, uomini con lo sguardo pensoso che guardano le loro famiglie in balia di una «carità» che non si può definire nemmeno più tale e una situazione della quale tutti sono pronti ad approfittare. La polizia stradale ha fermato a Seriate (Bg) ieri un romeno di 25 anni, pluripregiudicato: trasportava, stipati come animali in un furgone, dieci siriani diretti in Germania. Li aveva caricati a Milano, in stazione Centrale e, per 700 euro a testa li avrebbe portati in Baviera.
Quindi ecco i controsenso de la Milan col cor in man. Dove solo i nomadi, in tanti anni di «successi», hanno preso e continuano a prendere a piene mani. Primo esempio. Ce ne parla la signora Francesca Cerutti, 66 anni, che abita in un condominio Aler di via Martinelli 55 (zona Lodovico il Moro) dove ancora si arrabatta facendo la baby sitter per poter pagare regolarmente l'affitto (200 euro). Nello stabile di sono tre scale, cinque piani ciascuna con cinque famiglie. La signora abita al terzo piano della scala B in quello che lei stessa definisce «un loculo».
«Giovedì scorso un gruppo di 7 rom sono entrati in uno dei sette appartamenti vuoti dello stabile (dove tutti paghiamo l'affitto, glielo assicuro!) - ci racconta -. Si sono attaccati abusivamente alla centralina della corrente e hanno tolto i piombini per collegarsi allo stesso modo a quella del gas. Credo abbiano creato una sorta di tendopoli all'interno perché la mattina adesso ne vedo uscire almeno 15! Fanno una confusione, tutto il giorno e la notte, avanti e indietro! E naturalmente non pagano affitto, luce, gas: a loro è tutto dovuto. E se adesso arrivassero dei loro amici a occupare gli altri appartamenti vuoti?».
La seconda vicenda, segnalataci dal signor Gianni Bardoni, 68enne pensionato, va in scena in zona Barona, ma esattamente al Parco Agricolo, annesso al parco delle Risaie e alla cascina Battivacco, una fattoria didattica dove pure gli studenti vanno a fare visite. Tutte aree private, bene inteso. «Da aprile, però, nei pressi dei 4 depositi di materiali edili non protetti che circondano l'area e che occupano uno spazio di almeno 4mila metri quadrati, un gruppo di rom ha cominciato a costruire 2-3 baracche - spiega il signor Bardoni che vive in un condominio di via Valpolicella -. Abbiamo chiamato i vigili, la polizia e i carabinieri: sono venuti, ma non ci sono stati interventi dissuasivi. Intanto i nomadi, probabilmente dietro pagamento, dopo 4 giorni si sono fatti le chiavi per accedere a uno dei depositi e si sono insediati alla grande. Ora le baracche sono almeno sei e ci saranno circa una cinquantina di persone».
Intanto in zona le cose stanno cambiando. E in peggio.
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