I progetti Verdi gettati al vento

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Franco Battaglia

Meno male che conto meno del due di spade quando la briscola è a denari: dipendesse da me, non darei da fare neanche i cruciverba a chi non conosce l'aritmetica. «Il governo dichiari subito l'Italia Ogm-free!» ha strillato Pecoraro Scanio. Perché? Perché un quotidiano inglese ha recentemente riproposto la notizia di uno studio secondo cui dei topi, nutriti pressoché esclusivamente con un mais Ogm (denominato Mon-863), avrebbero manifestato avversi effetti sanitari. Manco a dirlo, in Italia l'isteria collettiva è tornata ai massimi livelli.
L'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) - organo internazionale scientificamente accreditato, ufficialmente riconosciuto, e la cui sede questo governo è riuscito a portare in Italia (a Parma) - sul mais Mon-863 si era già pronunciato un anno fa: «È improbabile che la commercializzazione del mais Mon-863 possa avere effetti avversi sulla salute umana e animale o sull'ambiente». Inoltre, lo scorso ottobre, dopo aver esaminato anche quel «nuovo» studio sui ratti, l'Efsa ribadì che «non sono state presentate evidenze che possano cambiare le conclusioni già raggiunte sulla sicurezza del mais Mon-863».
Che l'attività preferita dei Verdi - ma anche delle associazioni ambientaliste e di alcune sedicenti in difesa dei consumatori - sia quella di tentare di delegittimare gli organi scientificamente accreditati e ufficialmente riconosciuti, non è un mistero: è l'unica cosa che sanno fare con metodo - bisogna riconoscerglielo - scientifico. Bisogna solo essere consapevoli del baratro in cui ci stanno così conducendo. Ricordate? Strillarono i Verdi: «Bisogna dichiarare l'Italia nuclear-free!». E ci riuscirono. Il risultato: l'Italia importa oltre l'80% dell'energia totale che consuma; della parte elettrica, il 18% è importata ed è d'origine nucleare. Come dire: oltralpe vi sono oggi 8 centrali nucleari, ciascuna grande come quella di Caorso, che lavorano esclusivamente per noi. Io non oso pensare all'eventualità che i proprietari di quelle centrali cambino cliente, ma Pecoraro Scanio ha già strillato la sua ricetta: «Il futuro dell'energia è nel sole e nel vento!».
Indaghiamo con semplice aritmetica a quale futuro si riferisce l'onorevole. Innanzitutto, è un fatto che - a dispetto di chi continua a ripeterci la litania della recessione che staremmo patendo - il consumo elettrico italiano è aumentato del 2,9% dal 2002 al 2003. L'aritmetica elementare ci dice che quest'incremento (da presunta recessione) significa che il consumo elettrico italiano sarà il doppio di quello di oggi fra 24 anni, cioè quando andrà in pensione chi oggi ha circa 45 anni. Se, infine, ricordiamo che, oggi, il sole e il vento contribuiscono per lo 0,05% al consumo energetico mondiale, cominciamo ad avere più chiaro quale futuro ci prospettano i Verdi: un futuro che toccherà non i nostri pro-pronipoti, ma noi stessi e i nostri figli.
Tornando al mais, il Mon-863 è un mais resistente agli insetti. Che, per quanto ci siano simpatici, riducono la qualità e la quantità dei raccolti. Ma l'aritmetica che vale per la produzione e il consumo d'energia elettrica vale anche per la produzione e il consumo dei prodotti agricoli.

Sul futuro dei quali Pecoraro Scanio, ancora una volta, non ha dubbi: «Il futuro dell'agricoltura è nella produzione biologica e biodinamica!». Che è quella che non resiste a niente. Generalmente, nutro dubbi su tutto, ma su quanta aritmetica conosca Pecoraro Scanio e chi gli si accompagna non ne nutro alcuno.

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