I Radicali: dobbiamo rivedere tutto

Marianna Bartoccelli

da Roma

Adesso la loro scommessa è «l’assemblea dei mille» che li vedrà impegnati nel prossimo weekend. Per i radicali, promotori dell’iniziativa insieme a personaggi che vanno da Eugenio Scalfari a Lanfranco Turci, adesso bisogna puntare al che fare dopo il referendum, qualunque sia il risultato. Il fronte dei referendari dovrà decidere come andare avanti dopo la sconfitta (ormai probabile) o dopo la vittoria. Delusi ma non troppo, Marco Pannella e i suoi non si perdono d’animo e dopo il rush finale di ieri e oggi, parlano già della «assemblea del che fare», organizzata per venerdi, sabato e domenica prossima. «Una grande assemblea di coscienza e conoscenza», l’ha definita Marco Pannella nel corso della sua diretta su Radio radicale, che iniziata alle 18 si è conclusa a mezzanotte (con alcuni intervalli in attesa dei dati). «Un anno fa il 70% degli italiani era indignato contro la legge 40 - ha sottolineato il leader radicale -; l’assemblea servirà a capire cosa è cambiato quest’anno. È necessaria una revisione critica». Dalla radio ha continuato a rivolgere appelli al voto come segnale della non rassegnazione alla notizia dei dati che a metà pomeriggio non risultavano per nulla confortanti, accompagnati dagli inviti a iscriversi entro mezzanotte (limite fissato) tra i convocatori della «Grande assemblea» per raggiungere, come è stato, il traguardo dei mille.
Il sabato elettorale dei radicali non è certo stato all’insegna del silenzio. Daniele Capezzone ha attaccato il ministero degli Interni per le sue «furbate». «A che gioco gioca il Viminale? Vengono diffusi dati arretrati e sottostimati - denunzia il segretario radicale - per evidenti ragioni di pressione psicologica sugli elettori incerti». Tutto il gruppo dirigente ha accompagnato alcuni personaggi simbolo a votare, come il radicale Piergiorgio Welby dirigente dell’associazione Luca Coscioni, in carrozzella e con il respiratore. Radio radicale ha trasmesso ininterroti fili diretti sia con ospiti di primo piano come Piero Fassino, sia con semplici ascoltatori, forte di una legislazione che garantisce agli organi di comunicazione di partito di eludere la norma del silenzio elettorale.
Ma per tutto il giorno i radicali hanno voluto mostrare comunque fiducia. «La partenza non è stata eccezionale - ha dichiarato Capezzone subito dopo la notizia del quorum al 4,6% raccolto a mezzogiorno - ma partenze non eccezionali ci sono state anche nella prima metà degli anni ’90 in tornate referendarie in cui il quorum è stato centrato».


Mentre Pannella ha sottolineato il divario tra le regioni del Sud e quelle del Nord, anche se tutte rosse. Ed ha parlato di dialogo tra radicali e sinistra.«Dire che è in atto un avvicinamento è troppo, ma in questi referendum abbiamo profuso insieme energie ed entusiasmo. Partiamo da qui»- ha commentato il leader radicale.

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