Per i reduci la guerra non finisce A casa continuano a uccidere

I soldati di ritorno da Irak e Afghanistan accusati di omicidio sono più di 120

Cesar Armando è sparito da tre giorni e nessuno sa dove sia. Da quando il corpo della sua ragazza Maria Frances Lauterbach, 20 anni, è stato recuperato semicarbonizzato in una fossa dietro casa sua. Insieme ai suoi resti c’erano anche quelli del bimbo che stava per mettere al mondo. Cesar Armando e Maria Frances erano caporali alla base dei Marines a Camp Lejeune, nella North Carolina. Lei lo aveva denunciato per stupro, per questo i commilitoni l’avevano isolata. A denunciare la scomparsa di lui invece è stata la moglie. Non sapeva nulla, non poteva nemmeno immaginare quello che le stavano per raccontare.
Tira brutta una aria nelle caserme e non solo per chi le abita. A quanto pare è peggio per chi torna dal fronte. Il New York Times ha setacciato giornali locali e rapporti di polizia e ha fatto i conti con i soldati: almeno 121 veterani di guerra, Irak e Afghanistan, non hanno smesso di uccidere una volta tornati nel mondo civile. O hanno ammazzato qualcuno o sono accusati di averlo fatto. E c’è un numero ancora imprecisato di reduci coinvolti in altri 349 casi di omicidio. Una strage silenziosa.
Tra tutti c’è un dato che più degli altri mette i brividi: il fenomeno della cosiddetta «violenza di ritorno» è aumentato dell’89% rispetto al passato, cioè il Vietnam, la Corea. Il New York Times ha chiesto spiegazione al Dipartimento della Difesa Usa, che ha preferito non commentare, ma un portavoce militare, il colonnello Les Melnyk, ha voluto contestare sia le premesse che il metodo dell’inchiesta. Dice che sono stati aggregati dati che in realtà non sono aggregabili, cioè sono stati messi insieme casi di omicidio colposo, preterintenzionale e incidenti. Quindi non attendibili. Senza tenere conto poi che statisticamente, fa il duro il colonnello, l’aumento dei casi è fisiologico visto che le guerre sono ancora in corso e che il periodo preso in esame parte dall’11 settembre.
Ma restano centoventuno omicidi. Sparatorie, accoltellamenti, strangolamenti. Poi ci sono gli incidenti stradali, almeno venticinque, provocati da veterani ubriachi. Gli omicidi sono quasi sempre figli di un raptus, ma non mancano i delitti premeditati e almeno due terzi delle vittime sono mogli o fidanzate, anche se l’orrore lo ha scatenato un marine che ha trucidato senza motivo la figlia Krisiama di due anni.

L’ha schiacciata come una farfalla contro il muro, in guerra aveva perso i piedi e subito danni al cervello. Un quarto di chi muore è un commilitone. Come il soldato Richard Davis accoltellato da un branco di reduci e dato alle fiamme. Come ha fatto Cesar Armando. Che adesso non si trova più.

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