I residenti bocciano il nuovo quartiere Fiera

«Prospettive agghiaccianti. Ci chiuderanno dentro una muraglia di cemento»

Un’emergenza ambientale, un’altra occasione persa per la città. Il grande progetto per cambiare il volto all’area della vecchia Fiera non piace al coordinamento dei comitati milanesi. Che ieri si sono riuniti a convegno all’Istituto Leone XIII per bocciare il progetto «CityLife». Quello, per intendersi, dei tre grattacieli griffati dai mostri sacri dell’architettura Daniel Libeskind, Arata Isozaki e Zaha Hadid. «I milanesi non sono stati informati - l’attacco di Luisa Rigobon del comitato Residentinfiera -. Una muraglia di edifici alti sino a ventisette piani chiuderà il nuovo quartiere verso l’esterno. Oltre ai tre grattacieli alti sino a 209 metri (il doppio della Madonnina) il nuovo quartiere è chiuso da una cintura di blocchi residenziali in netto contrasto con le abitazioni circostanti, di cui molte d’epoca. Le nuove prospettive sono agghiaccianti». Critiche pesanti che hanno come destinatario Palazzo Marino e il sindaco Moratti. Chi si oppone parla senza mezzi termini di «un quartiere da salvare», i paladini di «CityLife» di un progetto di 292mila metri quadri edificabili e 500 milioni di euro che rappresentano la più grande opera urbanistica per il futuro della città.
«Altro che Central Park milanese - attacca la Rigobon -, sono solo 86.373 i metri quadrati destinati a parco. Meno di un quarto dell’area totale, di cui 30mila sopra i parcheggi che non potranno ospitare alberi ad alto fusto. Una superficie quindi ben lontana dall’estensione del parco Sempione (300mila metri) e persino inferiore ai giardini Pagano (88mila). Un’altra opportunità persa per l’emergenza inquinamento in una città che soffoca nelle polveri sottili». Decisive per il destino dell’area le prossime due settimane. La firma della convenzione, infatti, potrebbe rappresentare la data di non ritorno.

«Per questo è vitale - l’appello del comitato - un movimento di opinione per ottenerne la sospensione (è possibile una proroga di 90 giorni) e permettere di inserire nel progetto le modifiche sostanziali richieste non solo dai residenti, ma anche dagli enti preposti di Provincia e Regione. Una variante “successiva” alla firma della convenzione, come dichiarato dall’assessore Carlo Masseroli, ci lascia perplessi».

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