Roma

I senzatetto «okkupano» gli uffici dell’Ater

«Una protesta violenta». «No, tutto è filato liscio». Non c’è identità di vedute su quanto accaduto in via di Tor di Nona nella sede dell’Ater, dove ieri mattina un centinaio di persone del comitato «Lotta per la casa» ha occupato gli uffici. Gli occupanti, italiani e stranieri, hanno chiesto di poter parlare con un responsabile per sensibilizzare l’azienda regionale che si occupa delle case popolari sulla situazione dell’ex caserma di via Ostuni, al Quarticciolo, occupata da 22 nuclei familiari e da alcune associazioni di lotta.
Ma secondo il presidente dell’Ater Luca Petrucci i manifestanti non si sarebbero limitati a questo. «Hanno sfasciato la porta della guardiania e il sistema di controllo elettronico delle porte scorrevoli, nonché i badge dei lavoratori, i bagni e gli arredi. Hanno impedito il normale ricevimento del pubblico e l’attività dei dipendenti, che sono stati costretti a rinchiudersi negli uffici», ha detto Petrucci. «Da parte nostra - ha proseguito il presidente dell’Ater - c’è la massima disponibilità al dialogo e all’individuazione di soluzioni possibili, ma questi metodi violenti sono inaccettabili. Il problema della casa è cosa troppo seria per essere affondato con scorciatoie aggressive e prepotenti. I problemi dell’emergenza abitativa necessitano di risposte politiche e l’Ater è un ente gestore, che non può supplire alle scelte politiche».
Cascano dalle nuvole i manifestanti, che rispediscono al mittente le accuse così: «Non è vero che abbiamo saccheggiato né danneggiato nulla. Il barista era tranquillissimo abbiamo pagato tutto e anche il portiere dell’Ater si è dimostrato gentile e tranquillo nei nostri confronti», ha detto Giulia, una delle rappresentanti del coordinamento cittadino di Lotta per la casa. «Peraltro Petrucci continua a negare di avere competenze sull’autorecupero dell’ex commissariato di via Ostuni al Quarticciolo - continua Giulia -, competenze che la Regione stessa gli conferisce. Questo dimostra una grave mancanza di volontà da parte dell’Ater di realizzare nuove case popolari dai lavori di auto-recupero dello stabile di Quarticciolo. È purtroppo in corso un braccio di ferro tra Comune e Regione su chi ha competenze su questi lavori, il solito scaricabarile che va a danno soltanto dei senza casa».
Solidarietà al presidente dell’Ater arriva dal capogruppo regionale dei Socialisti riformisti, Donato Robilotta, ma solo per l’occupazione. Quanto ai motivi della protesta il consigliere regionale raccoglie «il grido d’allarme che viene dagli occupanti». «Petrucci deve capire - spiega Robilotta - che le case popolari vanno assegnate ai poveri e a chi ne ha diritto, non ai ricchi. Questo è il punto della grave situazione dell’emergenza casa che abbiamo nella nostra citta. Trentamila famiglie in condizioni disagiate che sono alla ricerca di una casa pur stando nelle graduatorie, tremila possibili sfratti, e, invece, parte del patrimonio di pregio svenduto a chi non ne ha diritto, oltre il 40 per cento delle case popolari occupate da famiglie che non hanno diritto, e addirittura a luglio è stata fatta la sanatoria per coloro i quali hanno un reddito superiore a quello di decadenza». Robilotta annuncia di aver chiesto «al presidente della commissione Lavori pubblici e casa di discutere immediatamente la mia proposta di legge che prevede di vendere, in ogni caso, le case popolari di pregio a prezzo di mercato e di abolire la vergognosa sanatoria di luglio».
Attaccano l’Ater anche i consiglieri regionali di An Luigi Celori e Francesco Lollobrigida, che lamentano l’assenza di Petrucci ieri in commissione Lavori pubblici e casa, dove era prevista un’audizione sulla vendita delle case dell’Ater nel Comune di Roma.

Per i consiglieri di An «è ormai evidente a tutti che la premiata coppia Marrazzo-Veltroni, oltre a trattare i senza casa con indifferenza, approssimazione e arroganza, non è più in grado di gestire la situazione».

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