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I sindacati applaudono, Lega in trincea

Roma - Minacciano di fare le barricate pur di fermare in aula la legge di riforma presentata dal ministro Amato sull’immigrazione e promettono di rendere la vita della nuova legge «dura, durissima in Parlamento». La promessa-minaccia arriva dai leghisti che più di altri hanno usato toni forti contro la legge che riforma la Bossi-Fini: «Avevamo una legge che tutta Europa ci invidiava» aggiungono i senatori leghisti Piergiorgio Stiffoni ed Ettore Pirovani.
«Si spalancano nuovamente le porte all’immigrazione selvaggia» aggiunge l’ex-ministro Maroni che definisce ignobile «la reintroduzione dell’istituto dello sponsor, responsabile dell’immigrazione clandestina che il governo Berlusconi ha dovuto arginare con la mega regolarizzazione di 800mila extracomunitari nel 2003». E accusa il governo di aver varato una legge basandosi sul falso presupposto che la legge Bossi-Fini abbia fallito. «Dati alla mano sappiamo che non è così», sottolinea.
Di tenore diverso il commento da parte degli esponenti di maggioranza. Per molti infatti si tratta «dell’attuazione di un pezzo importante del programma dell’Unione», come afferma il verde Angelo Bonelli. La pensa così anche Rosy Bindi che accusa la Bossi-Fini di aver avuto un esito fallimentare. Per il ministro per le Politiche per la Famiglia «la legge del precedente governo ha incentivato un’immigrazione irregolare e clandestina e ha contemporaneamente alimentato paure e diffidenze nella popolazione». Così anche la Margherita che con una nota di Renzo Lusetti, responsabile informazione, definisce il provvedimento «giusto, severo e necessario per ripristinare ordine in un settore fondamentale per la vita delle famiglie italiane».
Per il presidente della commissione Antimafia, Francesco Forgione, con questa legge si sancisce «che il vero criminale non è l’immigrato ma chi lo sfrutta per organizzare i traffici di esseri umani. Traffici che servono anche ad aiutare il mercato dello sfruttamento sessuale, dello spaccio di droga, del lavoro nero in Italia: sono tutti fenomeni che questo disegno di legge aiuta a contrastare, colpendo i boss del traffico e chi sfrutta l’immigrato in Italia - conclude Forgione - così favorendo l’immigrazione regolare». Dubbioso Oliviero Diliberto, del Pdci, che avrebbe voluto «un testo più coraggioso».
Favorevoli alle modifiche alla legge anche i sindacati: non solo la Cisl, la Uil e la Cgil ma anche l’Ugl. Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, sottolinea però che «il ddl arriva con un ritardo che è sintomatico della complessità della materia e delle difficoltà che una seria riforma dell’immigrazione incontra oggi nel panorama politico italiano». E auspica «il varo del decreto flussi 2007». Per la Cgil, Pietro Soldini afferma che con questa legge «finalmente si cambia e si supera l’impostazione proibizionistica precedente». Raffaele Bonanni, Cisl, si augura che il Parlamento voti in fretta la legge che definisce «buona» soprattutto per l’aumento della durata del permesso di soggiorno e il riconoscimento del voto amministrativo. È invece perplesso sull’impianto della legge il ministro Antonio Di Pietro che comunque non si è opposto nel corso del Consiglio dei ministri perchè, spiega, «il governo non poteva fare uno sforzo maggiore di quello che ha fatto» e il suo partito, l’Idv, si impegna a dare battaglia per migliorare in aula la legge. Di Pietro si dice preoccupato soprattutto delle norme che riguardano la reintroduzione dello sponsor. Su questo più che preoccupazione esprime invece Maurizio Gasparri di An: «Le proposte del governo sugli sponsor ripercorrono vecchie e fallimentari strade che favoriscono illegalità e vere e proprie forme di sfruttamento». E a proposito del voto amministrativo: «A Costituzione vigente nessuna concessione può essere fatta.

Se la proposta verrà mai in Parlamento sarà dura la nostra battaglia in difesa della Fini-Bossi».

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