da Roma
Fisco certo, tagli incerti. A tre settimane dalla scadenza di fine settembre, la legge finanziaria 2007 si riempie di contenuti sul lato delle entrate, ma presenta vuoti paurosi su quello delle spese. Alla festa dellUnità di Milano, il superviceministro delle Finanze Vincenzo Visco conferma che «sarà unificata al 20% laliquota sulle rendite finanziarie», oggi al 12,50% sui rendimenti di titoli pubblici (Bot, Cct, Btp), obbligazioni ed altri strumenti finanziari, ed al 27% sui depositi bancari. Secondo Visco, la riforma non sarà introdotta con un decreto legge e sarà «neutrale» dal punto di vista della tassazione.
Alla revisione della tassazione sulle rendite finanziarie dovrebbero aggiungersi, con ogni probabilità, la reintroduzione della tassa di successione e la riscrittura della curva delle aliquote Irpef che cancellerà il secondo modulo della riforma Tremonti. Ci saranno poi la revisione degli studi di settore, la lotta allevasione, forse limposta sostitutiva del 20% sugli affitti. Mentre in via XX Settembre, sede del Tesoro, si fanno e si rifanno i conti, in piazza Mastai, sede delle Finanze, Visco va avanti a tutto vapore.
Sui tagli ai quattro settori fondamentali (previdenza, sanità, pubblica amministrazione, enti locali) Tomaso Padoa-Schioppa è in affanno: finora sarebbero stati individuati solo 8 miliardi, sui 16 previsti. Ed anche su quegli otto miliardi il consenso è tutto da raggiungere. Laccordo coi sindacati sulla Finanziaria ci sarà, prevede il ministro dellEconomia. Intanto, però, Cgil-Cisl-Uil bocciano seccamente lipotesi di trasferire, anche se su base volontaria, il Tfr allInps. I sindacati si agitano per il continuo balletto di voci sulle pensioni, e chiedono a Prodi e ai suoi ministri un tavolo di confronto immediato e trasparente. «Il governo dica esattamente quello che vuol fare - precisa Guglielmo Epifani -; laccordo dipenderà dalle scelte dellesecutivo. Di sicuro - aggiunge - non bisogna penalizzare la ripresa delleconomia».
Epifani è a disagio davanti al menù di tagli alla spesa che fonti governative fanno filtrare sui giornali. La Cgil, per il momento, mantiene fermo il suo ruolo di forte «azionista» del governo, mentre Cisl e Uil sono molto più «movimentiste» e intercettano gli umori negativi della base. Luigi Angeletti non ha avuto alcun problema a incontrare il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano e trovare con lui «importanti e significativi punti di convergenza» su pensioni, sanità, pubblico impiego. «Con Giordano - spiega il segretario della Uil - siamo daccordo nel voler evitare che la materia pensionistica finisca nella finanziaria». Quanto al Tfr, Angeletti ricorda che deve essere utilizzato soltanto per la previdenza complementare. Posizioni simili, con un «no» molto netto allipotesi di trasferire il Tfr allInps, sono venute anche dal numero due della Cisl Pier Paolo Baretta, e dallUgl. Più in generale, il segretario cislino Raffele Bonanni rifiuta lidea di «usare le pensioni su altrui tavoli, come quelli internazionali o delle agenzie di rating. Nelle condizioni da anatra zoppa in cui si trova il governo - aggiunge Bonanni - occorre invece una legge finanziaria di ampio consenso».
Cerca di calmare le acque il sottosegretario alla presidenza Enrico Letta, annunciando «molti incontri con le parti sociali nelle prossime settimane». Palazzo Chigi deve però fare i conti con una maggioranza profondamente divisa non su questo o quel provvedimento, ma sullimpianto stesso della finanziaria. «Limpostazione di Padoa-Schioppa è vecchia, noi non la condividiamo» dicono i verdi Paolo Cento, sottosegreatio allEconomia, e Angelo Bonelli, capogruppo alla Camera.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.