I tassisti promuovono l’accordo (con riserva)

Gli autisti: «Non ci sono soldi per assumere un dipendente. E poi chi si fida a dargli l’auto?»

Piacciono i nuovi turni, meno l’opzione del secondo conducente: «Un dipendente costa 2500 euro al mese, chi ha i soldi per assumerlo?» si sentiva ripetere ieri dai tassisti nei posteggi. La categoria, dunque, promuove a metà l’intesa siglata sabato notte tra i loro sindacati e il Comune, un testo che dovranno mettere ai voti entro il 17 novembre. E dopo le concessioni si aspettano un aumento delle tariffe, ferme dal 2001. Di quanto? «L’inflazione cresce del 2,5 per cento l’anno, il conto è presto fatto - dice Nereo Villa del Satam, il sindacato più forte che raccoglie 1200 dei 4800 tassisti milanesi -. Di questo si dovrà discutere e decidere presto in Regione». Ma Raffaele Cattaneo, l’assessore ai Trasporti del Pirellone, avverte: «Non concederò aumenti a cuor leggero. Prima vogliamo capire se davvero, grazie all’accordo, il servizio aumenta».
Per avere più auto bianche in strada nei momenti critici, Palazzo Marino e tassisti hanno cancellato i turni (14) che iniziavano nelle ore di scarsa domanda, rimodulato i due “spezzati” delle 7 e delle 9 e, soprattutto, dato ai tassisti la possibilità di avere un secondo conducente che si alterni al titolare. In questo caso l’auto può rimanere in servizio fino a 15 ore al giorno, contro le 10 di un turno normale. «Lo spazio economico è poco, per fare il salto bisogna essere imprenditori veri» dice Villa. Restano i dubbi della “base”. «Assumere una persona? Impossibile, non posso permettermelo. E poi chi si fida a dargli l’auto?» racconta Marco, occhiali a specchio, uscendo dal suo taxi in Duomo. Il secondo autista, aggiunge un collega, diventerà quasi sempre la moglie o un parente che, prevede l’accordo, dovrà essere messo in regola. «Più ore in strada, più contributi: è giusto» ricorda un tassista single. Anche lui, come i colleghi in coda, promuove i nuovi turni: «Giustissimo tagliare quelli inutili. Molti li sceglievano per fare un orario d’ufficio».
L’accordo parla anche di tariffe fisse da Malpensa verso città, Linate e Fiera di Rho Pero. «Bisognerà vedere quali sono» riprende Marco. Lo stesso vale per gli sconti a donne, anziani e disabili. «Benissimo, se il Comune ci rifonde. Altrimenti, qualcuno non caricherà più donne».
E i controlli? Comune e tassisti - prevede l’intesa - creeranno una commissione per vigilare sul servizio taxi in città, partendo dai dati sulle auto in servizio ora per ora diffusi dalle centrali radio. Chi non è iscritto ai radiotaxi dovrà montare un apparecchio satellitare sull’auto. «Non ho nulla da nascondere» dice la maggior parte dei conducenti che si chiede però chi lo pagherà.
L’accordo è stato firmato dai principali sindacati dei conducenti. Non da Alfonso Faccioli, fondatore del Cat (Coordinamento ambientalista taxi), a capo dei cortei contro Albertini prima e Bersani poi: «È un inciucio, i danni si vedranno tra qualche mese - spiega -. I tassisti più furbi formeranno microcooperative, assumendo dei dipendenti. Al singolo resteranno meno lavoro e più controlli, tasse e costi fissi. Sui taxi, poi, decide la Regione, non il Comune».
Il Pirellone è stato aggiornato sulla trattativa di Milano. «È un accordo positivo - riprende l’assessore regionale Cattaneo - ma non risolve tutti i problemi». Come l’aumento delle tariffe.

«Non lo possiamo ottenere subito, vanno prima sperimentate le novità - dice Salvatore Luca dell’Unione artigiani -. È realistico chiedere un aumento del 6-7». I conti di Villa salgono oltre il 10. Cattaneo frena: «I cittadini con la liberalizzazione si aspettano tutto tranne l’aumento dei prezzi».

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