I terroristi di Al Qaida si nascondono nei siti internet dei pedofili

Il gruppo islamico usa siti dedicati alla pornografia infantile per le sue comunicazioni cifrate. Individuati almeno tre casi in Inghilterra, Spagna e Italia. Le prime indagini nel 2001: la polizia scoprì decine di immagini elaborate nel centro islamico di via Quaranta a Milano

I terroristi di Al Qaida si nascondono  
nei siti internet dei pedofili

Cellule di terroristi islamici utilizzano immagini pornografiche, addirittura di bambini, per nascondere i loro messaggi criptati e farli recapitare attraverso internet ad altri nuclei della guerra santa. Il legame fra terrorismo integralista e pornografia on line è stato scoperto non solo in Inghilterra, ma pure in Italia e Spagna. Lo ha rivelato un’inchiesta esclusiva del Times di Londra, ieri in edicola. «Codici segreti e messaggi sono stati occultati in immagini e siti pedopornografici, come un sistema per comunicare fra i terroristi», scrive il quotidiano inglese.

I primi sospetti sono emersi a Londra nel 2006, quando l’antiterrorimo, in due indagini separate, ha scoperto le immagini pornografiche di bambini archiviate nei computer dei sospettati. Abdul Makim Khalisadar, che frequentava ambienti fondamentalisti in una moschea di Londra aveva qualche dozzina di file del genere. Il sistema per occultare dei messaggi nelle fotografie digitali si chiama steganografia. Poi la foto viene fatta girare su internet e da un altro computer dall’altro capo del mondo chiunque può scaricarla e leggere il messaggio se conosce i codici di decrittazione. I pedofili sono abilissimi nell’utilizzare la rete senza farsi beccare. E a nessuno sarebbe venuto in mente che i terroristi della guerra santa, duri, puri e nemici della decadenza occidentale possano utilizzare immagini del genere. Khalisadar alla fine è stato condannato solo per stupro, ma l’antiterrorismo inglese non ha mollato la pista. In diversi casi di terrorismo sono state trovate foto pedopornografiche, «da poche dozzine a 40mila» scrive il Times. «Non sempre è chiaro se i terroristi usano questo materiale per gratificazione personale o per inviare messaggi segreti» spiega una fonte del giornale inglese.

L’incredibile connubio è venuto alla luce anche in Italia e Spagna. Durante l’operazione Al Mohajiroun a Milano, nel 2001, sono state trovate alcune immagini pedopornografiche nel centro islamico di via Quaranta, dove si annidava una cellula di Al Qaida guidata da Abdelkadar Mahmoud Ed Sayed, poi morto in Afghanistan. Agli atti del processo per l’operazione contro la cellula di via Quaranta si legge che decine di fotografie scaricate da Internet sono state manipolate. «L'attività investigativa ha portato all'individuazione di files d'immagine con un'altissima probabilità di contenere messaggi codificati» si legge negli atti. Fra i files sospetti sono state trovate fotografie «ad alto contenuto pornografico» di donne, uomini e ragazzine. Stefano Dambruoso, che fu pubblico ministero a Milano contro il terrorismo islamico, ha dichiarato: «Le cellule legate ad Al Qaida utilizzano immagini pornografiche per camuffare i loro messaggi. Tendo ad escludere che abbiano tendenze pedofile».

Il Times ha scoperto l’esistenza di altri casi in Spagna. Nell’ottobre 2007 la Guardia Civil ha smantellato una cellula del terrore guidata da Abdelkader Ayachine. Sul suo computer sono stati trovati i video di Osama Bin Laden e della guerra santa assieme a migliaia di foto pornografiche. Ayachine è un algerino che reclutava kamikaze per l’Irak e l’Afghanistan dalla cittadina spagnola di Burgos.

Un altro terribile sospetto è che il materiale pedopornografico possa servire come specchietto per le allodole per circuire e reclutare giovanissimi da addestrare al «martirio». Oppure, semplicemente, per devianza personale.

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