Scusate lintrusione, anche perché in effetti un po ingombrante. Mi presento: sono uno di quelli che in inglese si chiamano «heavily built», che carinamente si tradurrebbe «un po robusto» in vece dellitalianissimo «sovrappeso», che basta pronunciarlo per vedere la smorfia di disgusto di chi vi guarda. Provate un po allo specchio: «sovrappeso». Ecco.
Per carità, niente di preoccupante, cè solo qualcosa in più che mi porto dietro con disinvoltura. Eppoi sono mica lunico, noi «heavily» siamo una categoria, e di solito siamo tutti più o meno così: nellarco della giornata cè il lavoro, la famiglia e uniscrizione nella più vicina palestra che giace da qualche parte, perché il tempo è quello che è e la frequenza è di quelle tre per uno. Ovvero su tre volte che ci devi andare ci riesci - forse - una, ma la paghi pure intera. Un affarone.
Vabbè, ci sarebbe il calcetto con gli amici, ma non è più letà. E allora ci si potrebbe provare con una partita a tennis, ma siccome noi «heavily» di solito viviamo un po alla rovescia, resta difficile trovare un avversario per il campo fissato tra le due e le tre di notte. Anzi, in realtà è difficile trovare il campo. Poi, certo, cè la dieta: quella che comincia lunedì... Insomma un disastro, così magari finisce che per rilassarsi un po lunica attività è finire davanti a un videogioco, operazione che però moltiplica il senso di colpa: a quello di non fare abbastanza (o per nulla) attività fisica, si aggiunge il monito degli esperti, perché i videogiochi fanno male - si sa - lo dice il giornale, no? Fanno male al cervello e anche alle dita, con quello smanettamento sul controller che non fa perdere calorie ma ti fa perdere la sensibilità dei tendini. Provate a toccarli dopo un po: ahi, una vitaccia...
Poi, un giorno, arriva la notizia clamorosa: contrordine, i videogiochi fanno bene. Ok, sì, non tutti, però lo dice il ministero della Sanità britannico, vorrà significare qualcosa? In pratica: compratevi il Wii Fit Plus - raccomandano i camici bianchi di Londra - e il futuro arriderà. Anche a noi «heavily». E siccome la cosa potrebbe sapere di pubblicità (dicono i maligni, anche Oltremanica), allora ecco che personalmente decido di affrontare la verità e con tutto il mio bagaglio mi reco a casa Nintendo per la prova definitiva. Risultato: il trucco è che si tratta di una palestra. Ma si paga una volta sola e si porta direttamente a casa. Fantastico.
Wii Fit Plus, che è lo sviluppo del precedente Wii Fit, «è un ottimo modo di fare ginnastica», come afferma il comunicato delle autorità sanitarie britanniche e pure il simpatico personal trainer (per la cronaca si chiama Ivan Robustelli e dallaspetto non poteva avere altro cognome, anche se il suo «heavily» ce lha tutto nei muscoli) che al mio fianco cerca di fare di me un fuscello in dieci minuti. «Vuoi provare? Vedrai che ti diverti» dice. Massì, in fondo male non fa, lo dicono pure a Londra...
Così, messa una tecnopedana a terra e collegato il tutto alla console a sua volta e «attaccata» alla tv, si comincia: cè di tutto, esercizi con differenti gradi di difficoltà, posizioni yoga che faranno di te uno sciamano, lhula-hoop, la gara di palle di neve virtuali e varie altre attività che permettono di concentrarsi sulle aree del corpo desiderate, nel caso di noi «heavily» sapete bene quale. Insomma scelgo: lo yoga? meglio di no. Laerobica? Un attimo che ci penso. Le attività collaterali? Mmm, forse... E mentre ero lì un po scettico sulla tecnopedana, il personal trainer Robustelli spiegava a me un po robusto che pure si può programmare il consumo delle calorie immettendo gli alimenti che si sono ingeriti durante la giornata. In pratica: prima mangiate e poi sudate, ma vi divertite. Avvertenza, però: più mangiate e più dovete sudare. Non si scampa.
Però il gioco funziona e sarà per questo che il mercato dei videogame ha fatto questo passo in avanti verso la salute. Per esempio anche i concorrenti della Nintendo, quelli di Microsoft con la loro Xbox, stanno per lanciare la versione senza telecomando: con il solo movimento delle mani (e senza essere Giucas Casella) si compiono operazioni miracolose. E si consumano calorie, scopo ultimo che permettere di vincere la partita.
A questo punto vi chiederete: la mia comè finita? Diciamolo: il risultato è esaltante. Sono bastati infatti dieci minuti sulla tecnopedana per consumarne ben 9, di calorie e non di minuti, già proprio nove, con lo sguardo comprensivo del personal Ivan incluso: «Tranquillo, abbiamo solo giocato».
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