Cinque del pomeriggio, Malpensa. Tre vigili si avvicinano ai taxi fermi davanti alla zona arrivi del terminal 1. La richiesta: «Dovete esporre la vetrofania con le tariffe fisse dagli aeroporti alla città e viceversa». Così vuole laccordo firmato con la Regione. Due le alternative. La prima: andarsene. La seconda: rassegnarsi a pagare una multa pari a 70 euro.
Non cè due senza tre, e infatti i tassisti che ieri erano in servizio presso lo scalo varesino hanno optato per una soluzione alternativa: scioperare. E hanno incrociato le braccia: seduti davanti al volante delle loro auto bianche, ma determinati a non accettare i clienti appena atterrati.
La provocazione di Raffaella Piccinni, fondatrice del Sindacato autonomo dei tassisti professionisti: «Il tassista non è il pezzo dellauto che viene dopo il volante». Laccusa: «Non abbiamo ricevuto ancora adeguate informazioni, quindi, nessuno ci può imporre di esporle».
Allorigine della polemica, il mancato adeguamento dei prezzi delle corse (pari circa al 4 per cento) previsto dallultimo accordo siglato con lassessore regionale alle Infrastrutture e ai trasporti Raffaele Cattaneo. Prezzi che si riferiscono esclusivamente alle tariffe fisse delle tratte che vanno dalla città e dalla fiera allaeroporto e viceversa. Ecco i costi sotto accusa: Milano-Malpensa 70 euro, Malpensa-Linate 85 euro, Rho-Malpensa 55 euro, Linate-Fiera 40 euro, stabiliti dal tavolo del 22 giugno 2007 indetto per recepire il decreto Bersani.
«Alcuni clienti si sono spazientiti - ammette uno dei cinquanta tassisti che ieri ha partecipato allo sciopero spontaneo - ma noi siamo determinati a continuare in modo compatto». Fino a quando? «Anche a oltranza, o almeno, finché i vigili non se ne saranno andati». Con buona pace dei clienti che dovranno sopportare.
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