Innovazione e competitività. Le medie imprese sono coscienti che la capacità di cogliere nuove opportunità e essere vincenti sul mercato passi attraverso nuovi investimenti in Information Technology. Secondo uno studio commissionato da Ibm alla società Ks&r, e condotto su più di 2mila medie aziende in 22 Paesi del mondo, nel 2012 più della metà di esse ha in programma un aumento del proprio budget It, rispetto a solo il 20% nel 2009. Gli investimenti sono indirizzati soprattutto ad aree chiave per il business come la collaborazione, la business analytics, la mobilità, il cloud computing e i sistemi di gestione delle relazioni con i clienti. Allo stesso tempo, queste aziende puntano ad aggiornare la propria infrastruttura centrale per ottenere maggiori prestazioni, sicurezza e affidabilità. Una riprova di questa tendenza è il fatto che due terzi delle imprese stiano adottando soluzioni di virtualizzazione per sfruttare un'infrastruttura condivisa e migliorare l'efficienza, abbassando i costi e aumentando la scalabilità.
L'atteggiamento delle medie aziende verso l'innovazione, dunque, è molto mutato rispetto a solo 18 mesi fa. Mentre allora l'obiettivo prevalente degli investimenti It era quello di ridurre i costi e aumentare l'efficienza, oggi le priorità sono crescere e migliorare la relazione con i clienti.
Da un punto di vista tecnologico, questo si traduce in una sempre maggiore attenzione verso due tematiche: il cloud computing e le business analytics. Con l'adozione di entrambe le soluzioni, le Pmi cercano di ottenere dall'It, a costi sostenibili, quella flessibilità, scalabilità e quelle funzionalità applicative che fino a ieri erano accessibili sono alle realtà più grandi. Con le quali le medie aziende hanno in realtà problemi e obiettivi comuni, senza disporre, però, delle medesime risorse economiche e umane.
«Dei servizi cloud - sostiene Luigi De Vizzi, midmarket business unit executive di Ibm Italia - se ne parla ormai da molto tempo. Ma solo ora dalle parole si è passati ai fatti. Secondo noi il cloud computing è uno strumento fondamentale per poter fornire alle Pmi soluzioni It di livello enterprise con un abbattimento dei costi legati alle tecnologie e alla loro gestione. Con l'introduzione del cloud computing, l'offerta di Ibm per le Pmi è diventata ancora più vasta, estendendosi molto oltre la messa a disposizione di infrastrutture hardware e di software di base. Le nostre tecnologie di cloud computing permettono anche alle piccole e medie imprese di disporre di risorse It aggiuntive per supportare attività di sviluppo e testing o da sfruttare in fase di start-up, quando non si può ancora prevedere quanta capacità sarà necessaria, poniamo, entro un anno dall'avviamento. In questo contesto - continua De Vizzi - anche i business partner di Ibm affrontano un cambiamento di modello di business. Nella loro offerta, alla rivendita di hardware, software di base e servizi professionali fatturati a ore, si affianca oggi un modello che prevede l'erogazione di software e servizi in rete e la loro fruizione in modalità -as-a-service».
Se si pensa ai dati, la resistenza delle aziende italiane a far uscire dalle loro mura le informazioni di business, non costituisce un freno all'adozione del cloud computing? «La tendenza degli imprenditori e dei manager delle Pmi a tenere i dati sotto la scrivania - conclude De Vizzi - sta finalmente tramontando».
E per quanto riguarda le business analytics? «È lampante - risponde De Vizzi - come oggi le aziende, e anche i consumatori, creino e si scambino una quantità di dati impressionante. Le Pmi si rendono conto dell'opportunità di sfruttare le potenzialità dei social media e della necessità di adottare soluzioni di business intelligence e business analytics per migliorare la competitività e l'efficienza.
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