Ibra salta l’amichevole della Juve Cobolli Gigli: «Inutile trattenerlo»

Zlatan multato Ormai è un separato in casa

Claudio De Carli

«In fondo Luca ha chiesto in modo civile di essere ceduto, chiedendo comprensione perché ha ventinove anni e la sua è l’ultima grande possibilità professionale». Il commento è di Pantaleo Corvino, direttore sportivo della Fiorentina. Onestamente non si capisce se ci sia dell’ironia o un sottile retrogusto cinico: detto questo, pare concluda Corvino, Toni resta qui. Di sicuro il centravanti ieri nel suo civile sfogo si dava trent’anni, Corvino gliene attribuisce giustamente ventinove. Cosa non farebbero i calciatori pur di lasciare il loro club, disposti addirittura a caricarsi di un anno è solo l’ultima delle genialate.
Zlatan Ibrahimovic ha fatto sapere che in B non ci va, il suo agente Mino Raiola è andato oltre e ha minacciato il ricorso alle vie legali. Quali? Così come non esiste per la società la possibilità di risolvere un contratto con un calciatore per una improvvisa retrocessione con evidente contrazione delle entrate, altrettanto non esiste questa possibilità per il calciatore che si senta declassato.
Se anche fosse stato depositato un contratto con questa clausola, la Federazione non lo avrebbe mai accettato. È solo una delle tante strategie che portano allo sfinimento delle parti, un logorio che ha come terminale i tifosi che alla fine si augurano di veder partire il traditore. Per esempio ieri Zlatan non si è neppure presentato a Rovereto per l’amichevole contro il neopromosso Spezia, rimanendo nel ritiro di Pinzolo.
Il centravanti avrebbe accusato un improvviso dolore al ginocchio. Un giallo con mille interpretazioni, compresa quella di una richiesta di aumento di ingaggio da parte dello svedese per giocare in serie B. Il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli, in un’intervista rilasciata a Sky, è stato molto diretto sull’argomento: «Ibrahimovic resterà alla Juventus solo se la dirigenza saprà convincere il giocatore, che non vuole giocare in serie B. Se riusciremo a fargliela entrare in testa e a convincerlo - ha precisato Cobolli -, Ibrahimovic parteciperà con piacere al nostro progetto altrimenti sarà più complicato. La battaglia si può anche fare e un giocatore può essere anche legato a una seggiola, costretto a rimanere, però la testa è il fatto fondamentale e la battaglia si può fare con il fisico, non con la testa. Con la testa ci vuole convinzione, noi abbiamo bisogno di campioni che siano determinati, convinti e pronti a spendere l’ultima goccia di sudore sul campo con l’obiettivo di arrivare in serie A se saremo in serie B, o per fare il meglio possibile in A se partiremo in A con penalizzazione».
Una serie di precisazioni che non lasciano malintesi, anche se non è la prima volta che in casa bianconera si registrano prese di posizione divergenti a proposito di mercato. Recentemente Deschamps aveva ribadito come la Juve avesse ormai chiuso le porte a chi vuole andarsene e sarà intransigente su questa linea. Cobolli ha usato il buon senso, non ha creduto alla storia del ginocchio e ha multato lo svedese: «Ha sbagliato, dobbiamo capirlo, ma la multa è doverosa nel rispetto dei compagni e dei tifosi», poi ha stretto i contatti con Lucarelli. Ibra non va in B, c’è Milano nel suo futuro ma non sono da escludere piste alternative, per esempio quella di Manchester, dopo la cessione al Real Madrid di Van Nistelrooy.
In attesa di scoprire le strategie di Lucarelli per lasciare Livorno, anche William Gallas, corteggiato dal Milan, ha mandato segnali precisi al Chelsea disertando il raduno di Los Angeles, e l’identica situazione della Fiorentina con Toni la sta vivendo l’Olympique Marsiglia con Frank Ribery, la rivelazione francese al mondiale che ha recentemente prolungato il suo contratto fino al 2010. Ma ora il suo procuratore Bruno Heidersheid ha spiegato che il Lione, che farà la Champions, vuole Frank, e per il suo assistito si tratta di una occasione irripetibile.


Detto questo, c’è sempre un Hernan Crespo pronto e superdisponibile, fresco di passaporto italiano con uno 0,53 come media gol in Italia, 145 reti fra Lazio, Parma, Inter e Milan, non solo un’alternativa alle isterie estive.

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