Cronache

Ici, parte la stangata per ottantamila famiglie

L’assessore avverte: «Presto partiranno le lettere di avviso ai contribuenti interessati»

Ici, parte la stangata per ottantamila famiglie

Roberta Bottino

Ottantamila famiglie si vedranno recapitare entro novanta giorni le salatissime (e sgraditissime) lettere che informeranno su cinque anni di pagamenti arretrati dell’Ici.
È stata formalizzata infatti ufficialmente ieri, alle 20 e 30, in sede di Consiglio Comunale, la stangata legata all’imposta sugli immobili. I consiglieri della Sala rossa hanno discusso a lungo sulla delibera che prevede il passaggio di ottantamila abitazioni dalle categorie A5 (quindicimila) e A4 (sessantacinquemila) che il Comune deve riqualificare passandole nella categoria A3. Una variazione che interessa soprattutto le famiglie di anziani residenti nel centro storico di Borgo Incrociati, Rivarolo, Voltri e Sestri. Una nuova classificazione che si traduce in un maggiore esborso per Ici e Irpef. Cinque anni di arretrati che peseranno come macigni nelle tasche di coloro che si vedranno recapitare quelle lettere bollenti (salvo una possibile impugnativa presso la Corte costituzionale, agli effetti della validità retroattiva).
Per i cittadini che collaboreranno con il Comune non ci saranno interessi e nessuna mora, inoltre tutte le famiglie a basso reddito potranno rateizzare il debito se supera i mille euro in ventiquattro rate. Per coloro che non risponderanno alle lettere le conseguenze saranno diverse e consisterà in un aggravio dei costi di accertamento d’ufficio del Comune sulla reale situazione della casa.
I consiglieri di Alleanza Nazionale hanno chiesto l’impegno del sindaco e della giunta per una riduzione delle aliquote Ici qualora l’applicazione della legge numero 311 del 30 dicembre 2004 dovesse comportare un tangibile aumento di introiti nelle casse comunali.
«Tutte le persone che avendo acquistato una casa e avendo in passato fatto un sacrificio - sostiene Giuseppe Murolo, di Alleanza nazionale - si troveranno indiscutibilmente in una condizione di disagio economico. Noi chiediamo che per certe persone venga previsto un contributo. Dovremmo distinguere l’A5 di chi ha un reddito rispetto a chi non lo ha».
Anche il capogruppo dei Democratici di sinistra, Franco Maggi, si trova d’accordo con il consigliere di An sull’ordine del giorno dal quale emerge il desiderio di aiutare i cittadini che si trovano in maggiore difficoltà economiche. «Con il recupero che il Comune farà attraverso l’aggiornamento Ici - dice Maggi - si stabilisca un fondo che consenta di intervenire in tutte quelle situazioni economicamente più difficili».
«L’imposta dell’Ici è iniqua», questa la frase che esce dalle bocche dei consiglieri di opposizione. E a questa fa eco la consapevolezza che l’Imposta comunale sugli immobili che grava sul portafoglio dei genovesi sia la più alta d’Italia. L’assessore al Bilancio Luigi Liccardo dichiara che il Comune si atterrà alla legge statale e che è stata una scelta mirata a non ingenerare confusione con la scadenza della prima rata dell’Ici 2005.
Questa manovra pesante sugli immobili, quindi, diventa «operativa» e sulle famiglie si abbatterà come un macigno tra poche settimane. In questa prospettiva, le cifre apparse sul tabellone luminoso delle votazioni, nella sala di Tursi, ieri sera hanno emesso una vera e propria sentenza di condanna: la proposta è stata approvata, trentadue i presenti, ventuno i sì (la sinistra), dieci i no (la destra più Rifondazione comunista), un astenuto Massimo Franco (Gruppo misto). Che significa, inesorabilmente: pagate caro, pagate tutto.

Anche gli arretrati.

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