L'anno più difficile per l'orologeria svizzera, e per l'orologeria in generale, non sembra trovare un'efficace inversione di tendenza. Le esportazioni dalla vicina terra elvetica hanno fatto registrare, negli ultimi quattro mesi, questo inesorabile trend: luglio, -25,9%; agosto, -22%; settembre, -26,1%; ottobre, -22,7%. La variazione complessiva nei dieci mesi, in valore, è assai indicativa: -25,5% rispetto al 2009. Si è tornati indietro di circa tre anni, nell'intorno del 2006 e ci si potrà ritenere soddisfatti se, a consuntivo 2009, la perdita sarà contenuta al di sotto del 20%. Continuando con la dura realtà dei dati, le ultime stime di ottobre parlano di 820.000 pezzi in meno esportati, con l'acciaio che ha perso, in termini quantitativi il 26,8%, l'oro il 24,4%, il platino il 48,6% e la categoria "altri metalli", il 34,2%.
In un simile contesto, è interessante osservare, come le migliori opportunità competitive si stiano spostando sulle fasce intermedie (tra i 500 e 1.000 euro di prezzo al pubblico), fasce fino a poco tempo fa oggetto di una forte crisi strutturale: questo segmento, infatti, ha fatto registrare solo una modesta flessione.
E ora veniamo allItalia, con un'analisi più puntuale del mercato, effettuata, per conto di Assorologi da una società specializzata e riguardante il 2008. Da essa si evince come siano stati 7,8 milioni gli orologi da polso venduti nel nostro Paese nel 2008, pari ad un valore di 1,39 miliardi di euro. Ciò significa un calo del comparto sia in termini di fatturato che di volumi: flessione del 6,9% a quantità e del 6,7% a valore rispetto al 2007. Il prezzo medio rimane stabile nel corso degli ultimi due anni passando dai 178 euro del 2007 ai 177 euro del 2008. Come già nel 2007, a quantità prevalgono i modelli da donna (49,3% contro il 40,3% da uomo), mentre sul piano del valore i modelli da uomo superano quelli da donna (58,4% contro 39,5% da donna).Per lanno in corso i dati sono ancora incompleti, ma a dare una spinta al mercato sarà come sempre il Natale e solo dopo si potranno tirare le somme.
Il consumatore continua a preferire la cassa in acciaio (82,1%), così come il quadrante analogico (88,5%, mentre l orologio con bracciale in metallo risulta essere il più diffuso. Il canale tradizionale (Gioiellerie ed Orologerie) resta quello privilegiato (48,8% degli acquisti in quantità e 58,8% a valore) ma continuano a farsi sempre più interessanti le performance delle gioiellerie poste all'interno di centri commerciali (18,9% a quantità e 17,7% a valore. Un altro canale in crescita è quello dei negozi monomarca (6,1% a quantità e 6,8% a valore). Da segnalare poi che il canale Internet passa dall'1,2% degli acquisti del 2007 all'1,7% del 2008, ma l'aspetto più interessante risulta essere il prezzo medio più alto rispetto a tutti gli altri canali.
Non ci resta, a questo punto, che accennare brevemente alle principali tendenze in un periodo così critico, sottolineando, in primo luogo, un forte interesse per i modelli che esplorano le nuove frontiere dell'orologeria sotto il profilo tecnico, con soluzioni innovative e visualizzazione delle indicazioni, anche le più comuni, assolutamente originali. E' il caso di Maitres du Temps, iniziativa imprenditoriale che, in occasione del suo Chapter Two, capace di indicare giorno e mese su rulli girevoli, ha riunito due generazioni di maestri orologiai. Poi, va sottolineato come il fascino e la solida tradizione delle Maison più affermate abbia giocato un ruolo importantissimo nel contenimento della restrizione del mercato. Gli orologi esclusivi, complicati e costosi possono contare sempre su un pubblico che non conosce crisi.
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