Non se ne andranno nemmeno con le cannonate. Lo giurano i pochi abitanti «regolari», quelli che pagano da decenni i canoni demaniali, anche se il pericolo delle ruspe comunali, almeno per loro, sembra rientrato. Gli agenti dellVIII gruppo della municipale sono comunque pronti a eseguire gli ordini del loro comandante Antonio Di Maggio. Ovvero abbattere la trentina di baracche fronte mare, quelle che rientrano nella classifica R4, a più alto rischio idrogeologico.
Unazione di messa in sicurezza come quelle passate, lultima eseguita dallallora assessore allurbanistica Esterino Montino, oppure un primo passo per un repulisti senza precedenti alla foce del Tevere? Una questione a dir poco delicata, tanto da riunire prefetto, questore e sindaco per studiare tempi e modalità d'intervento. A cominciare dal trasferimento delle prime famiglie, 53 di cui 17 con figli minori, per un totale di 153 persone fra residenti e «non meglio identificati», 36 cani, 9 gatti e un cavallo. Dopo labbattimento dei manufatti abusivi, alcuni dei quali affittati a extracomunitari e clandestini per 500 euro al mese, dovrebbe seguire la bonifica dellarea. Il resto dellaffare, vale a dire lavvio del progetto del parco naturalistico, quando verrà avviato? Il sindaco Alemanno è stato chiaro: «Il nostro opbiettivo - ha ribadito ieri - è di giungere a un percorso di bonifica dellarea dellIdroscalo, concordato con i residenti». Nellagenda del primo cittadino la messa in sicurezza della zona è presente già in occasione dellintesa firmata nellaprile 2009 con lAgenzia del Demanio con lobiettivo «di valorizzare e trasformare lIdroscalo degradato e a rischio esondazione in un luogo per ricordare lo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini». Ma un giardino dedicato al poeta ucciso nel 1975 esiste già da anni. Già nel 1999 il piano straordinario dellAutorità di Bacino del Tevere avrebbe dovuto «rimuovere - si legge in una relazione tecnica - le situazioni di rischio più elevato». Nel 2003 nel progetto per larea metropolitana viene prevista «la perimetrazione delle aree a rischio con le limitazioni duso e la creazione di un parco fluviale del Tevere denominato Parco della Foce». Alla cadenza di almeno due evacuazioni lanno per la piena del Tevere, passa il tempo e tutto resta tale e quale. La questione più spinosa, alla quale lamministrazione dovrà dare una risposta, la riassume il comitato di quartiere. «Se siamo abusivi, perché da decenni ci chiedono di pagare il canone?». Nel 1975, difatti, i terreni urbanizzati vengono inclusi tra i beni patrimoniali disponibili dello Stato. Quasi tutti i residenti presentano domanda di sanatoria al Comune di Roma come previsto dalla legge 47/85. Tutte respinte. Sulla faccenda il Tar emette sentenza favorevole l8 novembre dell88. «Siamo abbandonati da sempre - dicono -. Nell85 è stata posata una prima scogliera a mare e lungo largine del fiume. Il progetto prevedeva il suo innalzamento dopo tre anni e risistemazione con finanziamenti già stanziati. Nell89 abbiamo presentato un progetto a costo zero per lamministrazione in cui era previsto un impianto di depurazione e la creazioni di posti di lavoro. Attendiamo ancora risposta». Oltre 500mila euro lanno la somma sborsata dagli abitanti allIntendenza di Finanza a titolo di indennizzo e locazione.
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