Pierluigi Bonora
da Milano
«Vedo serenità tra i membri della famiglia. I casi sono due: o hanno la soluzione in tasca, oppure non si rendono conto della situazione». A parlare, alla vigilia della serie di incontri che riguardano direttamente gli Agnelli, è una fonte vicina alla Fiat. Archiviata lassemblea del Lingotto, con la maggior parte dei punti interrogativi rimasti tali, tocca ora alle holding Ifil (domani) e Ifi (martedì) riunire gli azionisti chiamati ad approvare i rispettivi bilanci 2004. Mercoledì toccherà infine allAccomandita, la «cassaforte» che riunisce i dieci rami delle dinastie Agnelli, Nasi e Camerana. Dallincontro di domani mattina, tra le mura del Centro storico Fiat di via Chiabrera, potrebbero uscire le prime indicazioni concrete su come la holding che controlla con il 30,6% il Lingotto intende muoversi una volta che le banche, il 26 settembre, saranno diventate azioniste del gruppo industriale. Di certo per Gianluigi Gabetti e Daniel John Winteler, rispettivamente presidente e amministratore delegato, il tema è argomento di discussione e confronto. Diverse, a quanto risulta al Giornale, sono le ipotesi allo studio affinché la holding resti il punto di riferimento del Lingotto, anche dopo la trasformazione in azioni dei 3 miliardi del convertendo. Tra queste ci sarebbe anche quella di riacquistare in autunno dal mercato parte dei titoli derivanti dalla conversione.
Non è un mistero, infatti, che la maggior parte delle banche coinvolte nelloperazione intenda cedere la quota di spettanza Fiat, non volendo avventurarsi in un ruolo nuovo. Lobiettivo dellIfil sarebbe di risalire dal 22% circa del post conversione intorno al 26 per cento. Fonti finanziarie sostengono che questa è una delle ipotesi al vaglio di Gabetti. Domani, comunque, allordine del giorno dellassemblea (alla holding fanno capo le partecipazioni in Fiat, Sequana, Alpitour, Juventus e Sanpaolo Imi), cè lapprovazione del bilancio 2004. «I conti - si legge nella lettera di Gabetti agli azionisti - descrivono un anno favorevole per Ifil, che registra un utile consolidato di 119 milioni (contro una perdita di 45 milioni nel 2003) e un risultato civilistico positivo per 80 milioni (73 milioni nel 2003). Lobiettivo di ridurre lindebitamento è stato raggiunto e superato: in cassa cè una cifra ingente, un miliardo, pronta per nuovi investimenti».
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