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Ignazio Maria Aramburu

Ignazio (Iñigo) Aramburu aggiunse «María» al suo nome quando entrò nella Compagnia di Gesù. Era nato nel 1852 in una famiglia spagnola di artigiani molto devoti, a Segura, nella regione della Guipúzcoa. Dopo i primi anni di studio in città proseguì nella vicina Cerain, dove insegnava un suo zio. Per apprendere il latino, però, dovette girare: Aránzazu, Oñate, San Sebastián. Nel 1871 entrò nei gesuiti e fu mandato, per il noviziato, a Poyanne, in Francia. Sì, perché la situazione politica, tanto per cambiare, non era favorevole all’Ordine. La seconda guerra carlista (dal nome del pretendente al trono, don Carlos) aveva infuriato tra i cattolici e i liberal-massoni al governo, che avevano finito col prevalere. Ignazio Maria Aramburu, terminato il noviziato, si trattenne ancora in Francia per studiare lettere e filosofia, dopoché nel 1878 venne richiamato in Spagna e destinato all’insegnamento nel collegio di La Guardia, presso Pontevedra. Nel 1881 venne mandato a Oña, vicino a Burgos, per gli studi di teologia. Guarito da una grave malattia che lo aveva colto mentre era lì, nel 1884 poté essere ordinato sacerdote. Fu trasferito a Bilbao, come amministratore della rivista «El mensajero del Sagrado Corazón de Jesús». Ma la salute ormai non lo assisteva più; così, nel 1891 fu rimandato a Burgos, dove rimase per sempre.

A Burgos le cose andarono sempre peggio e padre Aramburu dovette sottoporsi a reiterate operazioni chirurgiche. Ma non smise di predicare, confessare, dirigere. Resse, come si suol dire, l’anima coi denti fino a quasi ottantadue anni e morì nel 1934.

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