Cronache

Un imam mediatore non deve scandalizzare

Mi riferisco all'articolo di Franco Crosiglia intitolato «Tursi paga l'imam come capo dei mediatori» apparso domenica 27 novembre 2005. A scanso di equivoci dico subito che:
1) Critico questo articolo perché mi sembra un allarme costruito ad arte su scarsi fondamenti, e anche diffamatorio verso il signor Salah Husein che io conosco;
2) Sono cristiana cattolica, quindi non sto difendendo la «mia» parte, che è un'altra.
Una buona regola è cercare di essere equilibrati, non usare due pesi e due misure. Tutte le frasi tra virgolette sono citazioni dall'articolo in questione. «I mediatori culturali che il Comune di Genova manda nelle scuole fanno propagamda islamica. Anzi, il loro coordinatore è Salah Husein, l'imam che sta cercando di dare vita alla moschea di Cornigliano». Detto così fa impressione, però guardando meglio... C'è un mediatore culturale che fa l'imam. Questo da solo non costituisce un problema. Ci sono maestre che nella loro parrocchia fanno le catechiste. E allora? Quello vuole costruire una moschea. Queste di solito non vogliono costruire una chiesa perché c'è già, ma magari raccolgono fondi per restaurare la facciata... e allora?
«...Da qui al sospetto che queste persone non si limitino a tradurre, ma svolgano anche pressioni di tipo religioso, il passo è breve». Il «sospetto». Ma non si costruisce una notizia su un sospetto! Ci vogliono i fatti. A parte un paio di frasi vaghe, l'unico fatto citato nell'articolo mi sembra questo: «... la segnalazione di alcuni insegnanti secondo i quali i mediatori culturali hanno fatto in alcuni casi pressioni sugli alunni affinché seguissero le precise prescrizioni di digiuno nel mese di ramadan. Una pratica inadatta per bambini piccoli che devono crescere...».
Alcune mamme della stessa comunità di Salah Husein, interrogate da noi se anche i bambini digiunano, hanno risposto come la cosa più ovvia del mondo: No, i bambini no! Perciò: siamo sicuri che in quei casi gli «alunni» fossero «bambini piccoli»? Io mi informerei meglio prima di parlare.
Poi bisogna chiarire che cosa intendiamo con «fara propaganda» islamica. Lo stesso autore dell'articolo dice che i mediatori culturali musulmani lavorano coi bambini di origine islamica. È propaganda richiamare a una pratica della sua religione qualcuno che è già musulmano? Come dire: è propaganda richiamare un cattolico ad andare alla S.Messa?
Io vorrei, ma forse è un'utopia, che i giornalisti riferissero con precisione i fatti, dopo di che io che leggo decido se è il caso di mettermi in allarme. Qui alla luce dei fatti riportati, non le opinioni o i sospetti, l'allarme che l'articolo lancia mi sembra non motivato. Non voglio difendere a priori nessuno, ma nemmeno condannare senza avere le prove in mano.

Peraltro il signora Salah Husein lo conosco come persona molto corretta e, poiché il suo nome è stato messo al centro, mi sembra che meriti delle scuse.

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