da Roma
«Il centrosinistra ha deluso le aspettative degli immigrati. Il governo Prodi non ha portato a conclusione nessun provvedimento. Stiamo pensando quindi di allearci con il centrodestra». Colpo di scena: gli immigrati italiani si preparano a stringere un patto politico con la Casa delle libertà in vista delle probabili elezioni.
Il diritto di voto alle politiche è ancora lontano: per ora gli immigrati extra Ue non possono votare nemmeno alle amministrative, ma sono elettori a tutti gli effetti gli ex immigrati ora cittadini italiani, regolari da almeno dieci anni. E gli extracomunitari italiani si stanno organizzando in partiti: il principale è «Nuovi italiani»: «Due anni fa eravamo alleati con Di Pietro», racconta il vicepresidente, Marco Angelelli. In quelloccasione portarono «circa 80mila voti», ma lobbiettivo è di raddoppiare il bacino degli elettori alle prossime consultazioni: «Puntiamo allo 0,5%». Il movimento è diventato partito vero e proprio, sono aumentati i contatti e le iniziative: «Secondo i dati Istat - dice ancora Angelelli - nel 2006 gli immigrati diventati cittadini italiani sono stati 32mila». A questo ritmo, le potenzialità dei piccoli partiti degli stranieri regolari sono destinate a svilupparsi.
Sono più duno, infatti: esiste un secondo partito, con lo stesso nome («Movimento I Nuovi italiani») che ha appena organizzato il primo congresso a Parma in collaborazione con i Circoli del buon governo di Marcello dellUtri e con la partecipazione di delegati di varia nazionalità «in rappresentanza - si legge dal sito - di 4 milioni di nuovi italiani residenti».
«Stiamo preparando uniniziativa contro lutilizzo dello stesso nome - spiega Angelelli - ma comunque vorremmo parlare con quel movimento di Parma. Credo che saremmo più forti se ci muovessimo in modo unitario».
Le simpatie per il centrodestra sembrano comunque in crescita tra gli immigrati regolari: il centrosinistra non è riuscito a varare la famosa legge Amato-Ferrero, il ddl è arenato alle Camere. Come non ha fatto passi avanti nemmeno la riforma del diritto di cittadinanza. Il governo Prodi non è dunque raggiunto nemmeno lobbiettivo «del diritto di voto alle amministrative per gli immigrati regolari», un diritto che quasi tutte le forze politiche, indipendentemente dallo schieramento, condividono.
Cè infine un terzo partito, che è «Identità romena»: sta lavorando molto soprattutto in vista delle amministrative a Roma, dal momento che i cittadini comunitari possono già ora esprimere le loro preferenze, e candidarsi, alle amministrative.
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