Domani sera in piazza San Pantaleo, nel cuore del centro storico, si terrà una manifestazione organizzata dai comitati «Roma come la vorrei» alla quale prenderà parte il vicepresidente del Senato Mario Baccini dellUdc e che si concluderà con una performance del cantautore più amato dai romani veraci: Franco Califano. Ne parliamo con lo stesso Baccini.
«Roma come la vorrei»: cosè il libro dei sogni?
«Intanto vorrei precisare che ho accolto volentieri linvito dei comitati proprio per lo slogan, che fa pensare a un incontro costruttivo, a qualcosa che serva a migliorare la nostra città - che ne ha davvero bisogno - interpretando i bisogni e le esigenze dei suoi abitanti, senza lanciare accuse controproducenti a nessuno».
Lei come la vorrebbe, Roma?
«Più solidale, ma sul serio. Ci sono almeno quattro punti irrinunciabili sui quali occorre impegnarsi per restituire alla Città eterna il ruolo che le compete».
Quali sono?
«Ho parlato di solidarietà, quindi comincerei con i nuovi poveri: Roma è, sì, cresciuta. Ma la ricchezza in più si è concentrata in poche mani. Sono tanti i pensionati che non arrivano alla fine del mese. Bisogna puntare a garantire i necessari servizi alle famiglie meno abbienti».
Al secondo posto?
«Una questione collegata alla prima: lemergenza casa che, per certi versi è un dramma. Occorrono misure per calmierare il mercato immobiliare e degli affitti, oltre alla necessaria realizzazioni di nuovi alloggi popolari».
Gli ultimi punti?
«Un deciso cambio di rotta nella gestione del trasporto pubblico, eliminando sprechi e inefficienze: questo servirebbe anche a limitare il problema del traffico. Infine più chiarezza sui bilanci pubblici, a cominciare dal Campidoglio. A fronte di una pressione fiscale così elevata, la gente ha tutto il diritto di sapere come vengono spesi i soldi di tutti».