«Con Impregilo solo ipotesi»

L’ad Di Paola: «Qualche problema in più se arrivano gli spagnoli»

da Milano

Anche se i contorni della situazione appaiono ancora poco chiari, il vice presidente esecutivo di Astaldi, Vittorio Di Paola, spezza una lancia a favore dell’integrazione Autostrade-Abertis. «Se la fusione andasse nella direzione di creare la più grande concessionaria europea, con grandi investimenti nel nostro Paese, questo - ha rilevato il top manager di Astaldi - sarebbe molto positivo e noi ci candideremmo per essere lo strumento per realizzare un piano così importante». Un’apertura di credito cui hanno però fatto da contrappeso alcuni dubbi legati allo stesso accordo.
«Non abbiamo ancora capito come stanno le cose, non si capisce bene chi compra e chi vende», ha evidenziato Di Paola che si attende che il nuovo governo prosegua sulla strada intrapresa da Silvio Berlusconi. «Il passato governo nel nostro settore ha fatto cose abbastanza buone, soprattutto nei primi tre anni», ha detto Di Paola citando la legge obiettivo. «Bisogna continuare a percorrere la strada intrapresa e credo che si continuerà su quella strada, da quello che ci ha detto Prodi».
Fino a qui il caso Autostrade ma Di Paola si è anche soffermato sull’ipotesi di creare un campione nazionale nel settore delle costruzioni fondendo la stessa Astaldi con Impregilo: sarebbe «un’ottima cosa per il Paese, per il settore e per le due aziende» ha sostenuto il vice presidente di Astaldi.
Un parere condiviso dall’azionista del gruppo e dai diversi soci di Impregilo, anche se, ha aggiunto Di Paola, «fino a oggi di concreto non c’è stato assolutamente nulla».

Un «problema» rispetto a un’eventuale integrazione potrebbe però sorgere dalla stessa fusione Abertis e Autostrade che è azionista di Impregilo tramite Igli. Uno degli azionisti di Impregilo «sta diventando sempre più spagnolo e quindi si potrebbe creare qualche difficoltà in più».

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