Economia

Imprenditori italiani a scuola nella Silicon Valley

Giovani laureati vanno sei mesi negli Usa, con capitali americani, grazie al programma BEST, e poi tornano in patria per sviluppare Start-Up nel campo dell'alta tecnologia.

Silicon Valley, andata e ritorno, a scuola di imprenditoria e di High Tech. La partenza è imminente: a fine mese i magnifici 12 vincitori italiani dell'ambito programma BEST, dove best sta per Business Exchange and Student Training - quasi tutti con meno di 30 anni - si trasferiranno in California e sperimenteranno prima un periodo di apprendistato presso la scuola di imprenditoria della Santa Clara University, poi alcuni seminari a Stanford e Berkeley. Infine una «internship» nelle aziende della Silicon Valley.
Al rientro per 6 mesi potranno contare su un tutor italiano per sviluppare la propria idea imprenditoriale, soprattutto nel campo della Information & Communication Technology, Biotech, Tools and Machinery, Energy and Green Technology, Art, Design e Fashion. In sostanza sperimenteranno un vero programma di formazione, acquisiranno le competenze e maneggeranno gli strumenti con cui affrontare il mercato e lanciare e gestire una start-up (gli ambiti di indirizzo sono soprattutto l'ingegneria neuronale, i progetti sui materiali avanzati e la robotica, tutti settori in cui l'Italia si fa rispettare).
Le borse di studio vinte hanno un valore di 35mila euro. Il programma è promosso da Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, e dallo Steering Committee ed è attuato in collaborazione con la Commissione Fulbright Italia-U.S.A. Dai 60 premiati delle precedenti edizioni - che a volte hanno unito le forze facendo squadra tra loro - sono nate 26 start-up che hanno raccolto finanziamenti per 38 milioni di euro e creato 320 posti di lavoro. Dal prossimo bando il programma BEST moltiplicherà i posti disponibili da 12 a 300, grazie al supporto di altre istituzioni. Il rientro in Italia è obbligatorio, dato che i partecipanti al programma ricevono un visto provvisorio destinato ai programmi di scambio culturale. L'obiettivo, infatti, è quello di frenare la fuga dei cervelli italiani verso l'estero e rilanciare l'immagine dell'Italia non solo come paese delle quattro Effe (Food, Fashion, Football e Ferrari), ma anche come eccellenza creativa.

Creando un presidio di competenze avanzate, soprattutto nell'alta tecnologia, che possa aprire nuove strade all'imprenditoria italiana, da tempo troppo ripiegata su se stessa e poco incline all'innovazione.

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